Silvia Orfini

Nome della scuola: 
Istituto Omnicomprensivo "Mattioli-D'Acquisto"-Scuola Primaria
Città: 
San Salvo
Regione: 
Abruzzo
Disciplina/e Insegnata: 
Docente prevalente di Scuola Primaria
Descrivere la propria storia di educatore, di impegno, innovazione e determinazione legata al proprio contesto scolastico: : 
Sono un'insegnante di scuola primaria da circa 25 anni ed ho insegnato, nei vari anni di precariato, in diverse realtà scolastiche come specialista di lingua inglese e, successivamente, nella comune. Adesso, sono docente a tempo indeterminato e insegno da 9 anni nell’Istituto Omnicomprensivo di San Salvo. Le mie esperienze mi hanno dato la possibilità di crescere, come persona e come insegnante, ma soprattutto di conoscere e proporre attività sempre diverse ai miei studenti, legate al contesto territoriale e ai cambiamenti digitali. Sono animatore digitale nel mio Istituto ed ho sempre proposto e continuo a proporre e progettare iniziative legate al coding, alle STEM, all’ utilizzo consapevole di internet. Grazie alle diverse candidature presentate, avvisi PON e PNSD, siamo riusciti ad ottenere diversi finanziamenti per l’acquisto di strumenti digitali e ad implementare il numero delle classi con Panel interattivi. Il mio Istituto e gli alunni della mia classe hanno ricevuto anche diversi riconoscimenti e premi nei concorsi nazionali di “Programma il futuro”, provinciali/regionali legati al PNSD, locali con l'associazione RATI. Abbiamo partecipato con un nostro spazio stand al GJC. Un progetto STEM è stato selezionato per partecipare al “Festival Science on Stage 2022”.
Descrizione di come è stata affrontata l’emergenza da COVID-19 con i propri studenti:: 
L’emergenza Covid ha colto tutti di sorpresa. Inizialmente, non è stato semplice “riorganizzarsi” e supportare i diversi colleghi che, per età o scarsa conoscenza dell’uso delle piattaforme e degli strumenti digitali, ha trovato grandi difficoltà e momenti di scoramento. Ho preparato un digital tool kit per tutti i colleghi del mio istituto per affrontare la didattica a distanza, utilizzare la piattaforma WESCHOOL, GSuite e svariate applicazioni e/o piattaforme libere per uso didattico. Insieme alla Dirigente ho avviato subito le procedure e le azioni per poter raggiungere tutti gli studenti in difficoltà: Google Form per conoscere le esigenze familiari, connessione, tablet, notebook in comodato d’uso, acquisti dei dispositivi grazie ai fondi MIUR. Personalmente, la mia classe ha trovato, dopo le prime difficoltà legate alla novità organizzativa, una stabilità e complicità unica. Le lezioni sono state partecipate, coinvolgenti, interattive. I bambini hanno sperimentato e messo in campo tutte le abilità e le competenze acquisite negli anni nell’uso degli strumenti digitali, delle applicazioni e delle piattaforme educative utilizzate spesso durante le “normali” lezioni disciplinari. Il loro processo di crescita “tecnologica” e l’uso dei dispositivi è stato normale e consapevole proprio perché utilizzato quotidianamente per realizzare non solo progetti dedicati, ma anche come approfondimento disciplinare (Popplet per la creazione di mappe interattive, Padlet per la raccolta e la condivisione di materiali, Coding su piattaforme dedicate Code.org (i bambini hanno realizzato uno storytelling raccontando la loro esperienza in lockdown con gioco finale. Le varie parti sono state viste, discusse e assemblate in un’unica storia.), Scratch, CS First; Digital Storytelling su Code.org, Toondoo; Avatar su Voki; English Artful Storytelling su Storybird; Micro:bit: programmazione del microprocessore per attività di arte, scienze, tecnologia, robotica, musica, inglese, italiano, ed. civica, Video con le ricette realizzate dai bambini durante il lockdown, etc…). Ho cercato di supportare e continuare a restare al fianco dei miei bambini in quello che è stato per loro un brusco stop alla spensierata quotidianità, per molti un trauma legato alla pandemia e alla sofferenza familiare. Tanti sono stati i momenti di crisi e le situazioni difficili da affrontare. Ho cercato di mantenere uno “spazio DAD” di normalità, condivisione, ascolto, portando a termine i nostri programmi curricolari e non con uno spirito diverso ma, comunque, uniti.
Descrivi la tua visione di educazione per il futuro: 
Certamente l’esperienza del lockdown ha portato tutto il mondo della scuola ad una riflessione sulle scelte, sui metodi, sulla didattica in generale. A mio avviso, la didattica tradizionale va accompagnata con le diverse attività legate al pensiero computazionale, coding, STEM e tutto ciò che il digitale può offrirci per continuare a stimolare, interessare, appassionare, sensibilizzare i nostri studenti verso la riflessione sull’uso consapevole delle tecnologie e fornendo loro l’opportunità di cimentarsi con forme di espressione originali e stimolanti, mettendoli in condizione di esprimere le proprie peculiarità e le proprie visioni. Il percorso non è facile ed è, soprattutto in questo periodo, incerto ma la consapevolezza e la capacità di mettersi in discussione, da parte del corpo docente, è necessaria per restare al passo con i nostri studenti e il nostro futuro.