L’educazione ai Media trova il suo luogo d’elezione in due grandi spazi laboratoriali di cui è dotato l’Istituto che garantiscono l’accessibilità informatica. Assumendo il paradigma che la scuola è il luogo dell’apprendimento e non dell’insegnamento e che è ineludibile una transizione dalla didattica tradizionale verso nuove metodologie, il riassetto dei laboratori si è concretizzato in uno spazio con arredi mobili, sedie colorate impilabili abbinate per adattare, via via, lo spazio a lezioni collaborative.
Due sono i laboratori mediaeducativi di cui dispone l’istituto che danno vita ad un ambiente di studio funzionale, aperto a metodologie che si addicono a nuovi modi di rappresentare la conoscenza:
1. un laboratorio, privo di barriere architettoniche, con piattaforma Cloud e funzioni specifiche per i DSA e con funzione BYOD per creare, in tempo reale, contenuti con i device degli studenti in aula o a distanza. Il grande spazio flessibile laboratoriale, in grado di proporre topologie reticolari e interattive, presenta il posizionamento funzionale dei banchi di lavoro per attività costruttiviste. Esso si configura come un ecosistema di dispositivi digitali, idoneo alle attività didattiche, trasversali e “ibride” dove si dispiega sia l’attività legata ai testi e allo sviluppo delle competenze di tipo semiotico, interpretativo e culturale (Media Literacy e Media Awareness), sia quella legata alle competenze specifiche che attengono all’autorialità e alla produzione, tratto qualificante dell’attività disciplinare. L’utilizzo ragionato delle risorse e degli strumenti digitali potenzia, motiva e coinvolge gli studenti, stimola la partecipazione e l’apprendimento attivo e contribuisce allo sviluppo delle soft skill.
Ne sono un esempio, i lavori presentati al webinar “Formarsi e confrontarsi con le Avanguardie educative”, a cui aderisce l’Istituto. Il primo è una ricerca condotta sul trattamento mediatico della pandemia che si configura come un’analisi comparativa, qualitativa e quantitativa di alcuni articoli e dell’home page di quotidiani cartacei e online internazionali e nazionali, dal The Washington Post, al China Daily, da Al-Jazeera al France Soir ad alcuni quotidiani italiani. L’attività, guidata dai media educator e con il supporto di un mediatore culturale ha incoraggiato nuove forme di collaborazione con studenti con background migratorio e con competenze linguistiche e digitali differenziate.
Il secondo lavoro è il geofumetto che, nato coniugando conoscenze curricolari, competenze di cittadinanza e competenze digitali, ha seguito il famoso personaggio di Corto Maltese nel suo viaggio per il Mediterraneo e nei suoi incontri con genti di culture diverse. Gli studenti hanno usato mappe dei luoghi e dei movimenti del personaggio, utilizzando Google Maps o altri strumenti di geolocalizzazione e hanno integrato saperi di natura diversa (storia dell’arte, inglese, geografia, linguaggi di programmazione, software come Adobe premier pro), in un processo osmotico.
2. Un laboratorio televisivo, sede del TG dei ragazzi e della redazione costituita da studenti giornalisti e operatori affiancati, da docenti ed esperti della tv locale RTV. L’attività ha alimentato la cultura partecipativa, migliorando la gestione del tempo, l’assunzione di responsabilità, la capacità di scegliere e prendere decisioni da parte dei singoli componenti del gruppo. Tali competenze sono state esplicitate e attualizzate nel documentario “La cosa giusta”. Girato nell’Istituto e montato, in parte, nello studio televisivo dell’Istituto, è stato premiato al Concorso Nazionale Biesse “Giustizia e Umanità Liberi di Scegliere - Reggio Calabria FilmFest.
Le attività mediaeducative, che si innestano nelle attività trasversali di Educazione Civica, hanno messo in gioco competenze che vanno da un livello base sino a livelli più complessi: digitali operative che attengono a un set di competenze della rete a un livello base; digitali - informazionali che rispondono ai bisogni informativi dello studente; competenze sostanziali e strategiche del cercare, selezionare, conoscere e valutare, criticamente la credibilità e l'affidabilità delle fonti di dati, informazioni e contenuti digitali.
A due anni dall’introduzione dell’Educazione ai Media, sono osservabili processi di interdipendenza cooperativa e forme inedite di socializzazione nell’utilizzo delle nuove tecnologie;
- di produzione di artefatti digitali;
- di miglioramento della capacità di “navigare, di saper leggere e comprendere i testi;
- di una maggiore consapevolezza dei rischi della rete.
- dell’assunzione di responsabilità nell’attività mediale.
L’efficacia formativa dell’azione didattica è misurata attraverso la definizione di profili di competenza distinti in quattro livelli: avanzato , intermedio base e iniziale.
I prodotti, raccolti all’interno di un repository costituiscono, così, esempi di best practices per tutti i docenti e per chiunque voglia trarre spunti e idee per la progettazione di un percorso mediaeducativo -
Nell’ottica dell’innovazione, l’Istituto ha arricchito il curricolo con contenuti internazionali, in quanto riconosciuto, nel luglio 2019, come Istituto per Cambridge Assessment International Examinations. La preparazione e il conseguimento delle certificazioni internazionali (Cambridge Secundary) è parte del più ampio programma di internazionalizzazione posto all’interno del progetto educativo che e si esplicita sia in ambito curricolare che extra-curricolare. La partecipazione alle iniziative E-twinning favorisce la collaborazione scolastica in Europa attraverso l’uso delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione.