Mariagrazia Summa

Nome della scuola: 
I.C.San Fracesco d'Assisi
Città: 
Biella
Regione: 
Piemonte
Disciplina/e Insegnata: 
Arte ed immagine
Descrivere la propria storia di educatore, di impegno, innovazione e determinazione legata al proprio contesto scolastico: : 
“Il vero Maestro non rende mai dipendenti i suoi seguaci e i suoi discepoli; li aiuta a essere indipendenti, a essere liberi. Non dà mai loro uno specifico schema di vita; si limita a dare loro degli spunti su come conseguire direttamente, in prima persona, la luce. Li aiuta a essere se stessi, non impone mai la sua personalità ai suoi discepoli. Questo è il criterio con cui giudicare se il Maestro è vero, oppure fasullo. Se qualcuno cerca di importi la sua personalità, le sue idee, il suo carattere, la sua morale, i suoi principi, sta’ attento!” (OSHO- Osho Rajneesh, o semplicemente Osho, è stato un mistico e maestro spirituale indiano, che acquisì seguito internazionale) Questa frase sin dal primo momento in cui l'ho letta è diventata una guida, un faro che illumina il mio lavoro quotidiano con i ragazzi, penso che l'accompagnare i nostri ragazzi per farli diventare dei bravi cittadini e uomini/donne consapevoli e indipendenti sia il compito di noi educatori a prescindere dalla disciplina che insegniamo. Il mio percorso lavorativo mi ha portato a venire in contatto con realtà diverse dalla scuola sia come libero professionista che come dipendente di un importante ditta e tutte le esperienze mi hanno sempre arricchito ma soprattutto mi hanno fatto capire quanto sia fondamentale essere consapevoli delle proprie capacità ed acquisire pian piano gli strumenti necessari per fare le scelte giuste. La scuola mi ha permesso di venire in contatto con le nuove generazioni dalle quali abbiamo comunque sempre qualcosa da imparare, sono convinta, e gli anni di esperienza me lo confermano, che l'approccio più efficace con i ragazzi, grandi o piccoli che siano, è quello di osservare ed ascoltarli di cercare di comprendere le loro necessità, le loro curiosità, non sottovalutare le richieste che fanno, perché disporsi all’ascolto, nella mia esperienza, ha quasi sempre ottenuto dei risultati positivi. Certo ci sono anche stati dei problemi, delle piccole delusioni, ma non mi sono lasciata sopraffare dai momenti negativi ed ho sempre cercato di "...si limita a dare loro degli spunti su come conseguire direttamente, in prima persona, la luce".
Descrizione di come è stata affrontata l’emergenza da COVID-19 con i propri studenti:: 
In Italia è stata proprio la scuola l'istituzione che maggiormente ha subìto l'impatto delle misure restrittive messe in atto dalle istituzioni per contenere la pandemia. Indubbiamente il primo elemento da prendere in esame, rispetto allo scoppio della pandemia, è lo svantaggio scolastico in cui si è trovata una fascia importante della popolazione studentesca, che comprende una molteplicità di problematiche, dai disturbi specifici dell'apprendimento, alla povertà economica ed educativa, per cui dobbiamo essere consapevoli che le conseguenze provocate dal virus, nelle fasce di popolazione più in difficoltà, si manifesteranno negli anni a venire e già ora abbiamo qualche indizio delle conseguenze. Per quanto riguarda la mia esperienza in questi due anni di pandemia, posso dire che inizialmente mi sono sentita impreparata soprattutto per il brusco passaggio che c'è stato tra attività in presenza e attività a distanza oltre che per la mancanza di linee guida certe, viaggiavamo piuttosto a vista... Particolarmente difficoltosa inoltre è risultata la valutazione, anche se ciò mi ha portato ripensare al ruolo e alla funzione della valutazione, che non deve limitarsi ad essere un mero giudizio numerico bensì uno strumento per la valorizzazione, un feedback in grado di indicare agli studenti come procedere... Questo ha permesso di dare più valore al singolo e mi ha dato la possibilità di dare valore all’impegno e alla partecipazione dei ragazzi sia durante le lezioni che fuori, le esperienze e gli interessi dimostrarti, oltre al supporto dato a compagni di classe, sono diventati elementi significativi della valutazione. Insieme ai nostri studenti dobbiamo cercare di recuperare spazi, non perché la scuola è piccola, ma spazi perché la scuola si apra e impari a dialogare ed usare il territorio, una scuola aperta con opportunità educative e didattiche che nella scuola tradizionale risultano solo momenti sporadici, spot per le famiglie più che realtà concrete, una scuola che sembri una gita scolastica tutto l'anno.
Descrivi la tua visione di educazione per il futuro: 
Uno dei punti inziali dell'agenda 2030, il punto 4 è "Istruzione di Qualità", analizzando i punti un po' più dettagliatamente si legge che, 4.1 " Entro il 2030, assicurarsi che tutti i ragazzi e le ragazze completino una istruzione primaria e secondaria libera, equa e di qualità che porti a rilevanti ed efficaci risultati di apprendimento"; 4.2 "Entro il 2030, assicurarsi che tutte le ragazze e i ragazzi abbiano accesso a uno sviluppo infantile precoce di qualità, alle cure necessarie e all'accesso alla scuola dell'infanzia, in modo che siano pronti per l'istruzione primaria";4.3 "Entro il 2030, garantire la parità di accesso per tutte le donne e gli uomini ad una istruzione a costi accessibili e di qualità tecnica, ad una istruzione professionale e di terzo livello, compresa l'Università", solo per citarne alcuni, credo che ogni insegnante dovrebbe cercare nel proprio piccolo di perseguire il più possibile questi obiettivi. Il mondo in cui viviamo è un mondo globale, non è una novità, ma gli effetti reali cominciano a farsi sentire e la gente ne prende sempre più coscienza. Investire nel sistema di educazione e nella formazione, migliorare l’educazione formale e non formale dei giovani e degli adulti sono aspetti che occorrerà rivedere completamente per porre rimedio alle inadeguatezze che riscontro nella scuola di oggi. I progressi in materia di tecnologia e di comunicazione stanno trasformando il nostro rapporto con i modi di trasmettere delle idee, passando da una presentazione lineare del pensiero a presentazioni multidimensionali e i ragazzi si avvicinano a questo nuovo tipo di linguaggio in modo creativo dove le immagini sostituiscono spesso il testo e questo dovrebbe portare tutti noi ad una riflessione sui modelli di educazione tradizionali. La scuola è un luogo molto speciale, un laboratorio del mondo nel mondo, è un luogo da proteggere per permettere a tutti di prendersi il tempo per crescere ed imparare. C'è una frase di Albert Einstein che mi sembra perfetta per spiegare la mia visione di futuro: "È l’arte suprema dell’insegnante, risvegliare la gioia della creatività e della conoscenza".