Descrizione di come è stata affrontata l’emergenza da COVID-19 con i propri studenti::
Nella mia classe quinta, già prima dell’inizio della pandemia, avevo attivato un canale drive come repository per consentire ai miei alunni di trovare i contenuti delle lezioni presentati in aula e come supporto per gli alunni assenti. Non gradivo infatti i compiti inviati via chat dai genitori, attraverso foto scattate dai quaderni; ogni volta che assegnavo dei compiti per casa, mi preoccupavo di far sì che gli alunni ricordassero le esperienze di apprendimento fatte in classe. Sentivo quindi l’esigenza di stabilire una connessione sempre aperta tra casa e scuola. La DAD, iniziata il 5 marzo 2020, mi ha chiaramente stimolata a capire come creare e come mantenere sempre aperta questa connessione. Non potevo ancora definirmi una docente digitale, ma la voglia di parlare di nuovo agli alunni, anche da casa, mi ha spinto ad imparare subito a registrare il volto e la voce con un semplice Power point; poi ho scoperto altri programmi come Screencast-o-matic o Apowersoft. Una risorsa utile sono stati i tutorial dei colleghi su Youtube; ogniqualvolta avevo una necessità, cliccavo e imparavo ad usare un tool o un’applicazione e il giorno dopo sperimentavo subito con gli alunni. Grazie all’attivazione di Classroom e all’avvio di una vera e propria classe virtuale con tutti i suoi strumenti (Jamboard, Moduli, Fogli), io ero sempre connessa con i miei ragazzi. Ricordo quelle lunghe giornate di marzo, aprile, maggio trascorse davanti al computer, alle prese con la preparazione di attività sincrone e asincrone. Mi ritornano in mente le notifiche sonore del mio dispositivo che segnalavano i post degli alunni mattinieri, quelli che aprivano subito i link; potevano subito segnalarti se qualcosa non era a posto (“maestra il video non si apre”…), ma c’erano anche gli studenti più ritardatari, quelli che inviavano i compiti la sera. Pertanto, ho cercato di ridurre questo divario, motivando i bambini a rispettare degli orari, facendo capire loro che la scuola non iniziava con il collegamento su Google Meet alle 11.00, ma con il primo caricamento della mattina. In effetti avevano ricevuto un orario DAD suddiviso in colori per comprendere la differenza tra lezioni sincrone e asincrone; queste ultime consistevano in caricamenti di videolezioni, esercitazioni, test. Presa dimestichezza con la registrazione delle lezioni, con i collegamenti e con la creazione di contenuti digitali grazie alle innumerevoli applicazioni presenti nel web, mancava ancora qualcosa: era difficile seguire gli alunni più in difficoltà; costoro spesso consegnavano compiti sbagliati e non era immediato “raggiungerli” per farli correggere. Così sono nati i collegamenti pomeridiani a piccoli gruppi, per consentire di rivedere i compiti insieme e per svolgere direttamente degli esercizi, servendosi della condivisione dello schermo. I compiti assegnati, nel frattempo, cominciavano ad essere posti sotto forma di file condivisi dove ciascuno poteva inserire il proprio contributo oppure si concretizzavano in sfide a tempo (giochini, domande); insomma la DAD stava gradualmente modificando la mia pratica didattica. La lezione cosiddetta frontale la riversavo più nelle video-lezioni asincrone e impiegavo il sincrono per interagire con i ragazzi, per farli parlare tra di loro. Notavo infatti che i tempi di attenzione erano brevi e quindi era necessario variare gli stimoli e suddividere la video lezione sincrona in tanti segmenti. La scuola della DAD non aveva comunque orari: le richieste arrivavano continuamente e io ho sempre risposto, a qualsiasi ora. Era un momento di emergenza, negli ospedali il personale sanitario rischiava ogni giorno il contagio…non mi sembrava opportuno negare risposte immediate rivendicando un diritto alla disconnessione che in quel preciso momento non aveva senso, dal momento che eravamo già tutti forzatamente disconnessi a causa delle rigide regole del lock down. Quando ho appreso che le scuole non sarebbero state più riaperte prima della chiusura dell’anno scolastico, ho proposto dei collegamenti aggiuntivi non finalizzati alla didattica, ma allo scambio di idee per parlare della fine dell’anno che, per una quinta, coincide sempre in momenti emozionanti di saluto. Il cuore della VB si è messo all’opera: ho chiesto ai ragazzi di registrare due brevi video, uno con la descrizione di sé e un altro con la condivisione dei propri sogni. Attraverso le immagini degli anni passati, è venuto fuori un filmato molto toccante, condiviso insieme alle famiglie, naturalmente a distanza. Con la VB ho concluso anche la mia esperienza all’I.C. “A. Rosmini” per continuare all’I.C. “Ovidio” dove all’inizio dell’a.s. 2020-21 il “saggio destino” mi ha fatto ricominciare con una prima elementare. È stato un anno altrettanto faticoso, caratterizzato dai gruppi eccedenti settimanali e quindi dall’impossibilità di poter lavorare in presenza con la classe al completo. Ma il digitale è arrivato in aiuto! Ho costituito la 1A virtuale con la piattaforma WeSchool e ciò ha consentito di tenere memoria delle lezioni, facendo sì che la classe si ritrovasse sempre al completo nella consultazione della “board” giornaliera e nello svolgimento di giochi didattici interattivi. L’esperienza della DAD dello scorso anno aveva fatto emergere dentro di me il desiderio di approfondire le metodologie digitali e quindi, nel corso di quest’anno scolastico, ho seguito diversi corsi per approfondire le conoscenze sull’impiego di diverse applicazioni digitali, oltre che a comprendere più da vicino i metodi, gli strumenti e le strategie della Didattica Digitale Integrata. Nel breve periodo di lockdown del mese di marzo del corrente anno scolastico, ricordo con tenerezza “l’appello – lettura”: ciascun bambino leggeva una parola o una frase dopo che compariva il suo nome sullo schermo. In quel breve periodo i miei piccoli alunni hanno sperimentato la consegna digitale del compito e la correzione/restituzione con la faccina sorridente. La gioia trasmessa da “è bellissimoooooo!!!!!” come commento a un giochino didattico pubblicato sulla board non ha prezzo ed è la spinta che mi spinge a continuare a percorrere questa pista di lavoro.