Il MODELLO EDUCREANDO© BINAZIONALE Argentina Italia scaturisce da un lavoro congiunto italo-argentino che, cominciato nel 2014, ha permesso la realizzazione di un lavoro di ricerca e l’impostazione del modello psicopedagogico dell’intesoggettività trasformativa & educazione emozionale (di Mansione I.I., Improta A. & coll). Il Modello (registrato alla SIAE nel 2019) ha già ottenuto importanti riconoscimenti scientifici, nazionali e internazionali, in relazione alla validità del modello per promuovere inclusione.
In tale modello le emozioni sono il motore del desiderio di insegnare ed imparare, tanto nel docente quanto nell’alunno. Senza le emozioni e la loro espressione non è quindi possibile realizzare il processo di apprendimento che è un processo trasformativo e di soggettivazione e mentalizzazione. Per questo motivo le emozioni non possono essere considerate una deviazione dalla norma ma vanno intese una modalità organizzativa del contesto. In questa prospettiva la psicologia a scuola, trasversalmente con le altre discipline dell’educazione e delle scienze umane, può fare da supporto, per comprendere la situazione del contesto e per leggerne la domanda. Di conseguenza non può ridursi a mera “normalizzazione” di situazioni difficili, ma supportare gli aspetti emotivi per attivare le risorse degli attori coinvolti.
La recente pandemia covid-19 ha completamente stravolto il nostro modo di stare insieme e i giovani sono quelli che maggiormente risentono di un’impostazione fisica basata sulla “distanza, anziché sulla “vicinanza”. Abbiamo a che fare con i bambini, gli adolescenti ma anche con chi di loro si prende cura, gli adulti, con l'emotività che circola in loro e nella società. In questa prospettiva può aiutarci la psicologia, non in ottica “correttiva” (“c’è qualcosa che non va, da riportare alla normalità”) ma in ottica propositiva, per un’adeguata rilettura del contesto, inevitabilmente mutato.
La proposta metodologica si inquadra in un contesto teorico nel quale lo sviluppo umano che si concentra sulla registrazione della propria emotività e dell'altro acquisisce la competenza “a convivere” attraverso lo sviluppo di abilità empatiche e sociali per la vita di gruppo. In tale quadro teorico si ritiene che si vive nei rapporti e si cresce nelle interazioni e che lo scenario che favorisce lo sviluppo è quello in cui il soggetto adulto rispetta e sostiene quello in età evolutiva. Qualsiasi metodologia che pretenda di coinvolgere docenti e alunni nel processo di apprendimento deve accettare tutte le emozioni, perché si tratta di una comunicazione intersoggettiva che necessita di essere capita. Nasce un nuovo docente: il docente interprete che allevia con il suo lavoro quello che al principio può essere un ostacolo, sviluppando una lettura abuenada (benevola) della domanda che portano le emozioni e la include creativamente nei contenuti disciplinari.
La proposta metodologica impone che il docente si formi a partire dall’autoconoscenza e autoaccettazione di sé e delle proprie emozioni, sviluppando una consapevolezza emozionale che include l’empatia, il pensiero intuitivo e una sana autorità. Nel processo di formazione non si tratta di replicare consegne ma di costruire esperienze attraenti e, quindi motivanti, che permettano di introiettare un modello di pensiero (emozioni + idea) per la cura della vita di se stesso e dell’altro dove emerge nell’allievo “ciò che sono veramente” per la fiducia nel legame con il docente. Tali esperienze significative attiveranno un processo a cascata, in classe, nella scuola, con tutta la comunità educativa, includendo i genitori.
Pertanto, tanto nella didattica in presenza, quanto in quella a distanza, è importante supportare gli aspetti emotivi, per attivare le risorse degli attori coinvolti, facendo sentire a bambini ed adolescenti che le loro sensazioni e le loro riflessioni sono “vere” per ciascuno di loro ma “uniche” e “importanti”, all’interno di una relazione significativa con un caregiver responsivo, capace di guidarli a leggere il contesto per avere consapevolezza delle proprie emozioni.
L’educazione emozionale rappresenta pertanto il viatico tanto per adottare una prospettiva inclusiva, quanto per affrontare e prevenire il fenomeno del bullismo e del consumo eccessivo delle tecnologie, promuovendo l’inclusione e l’orientamento vocazionale attraverso attività espressive di scrittura, ludiche, artistiche, e creative.
In questa prospettiva l’impostazione metodologica deve necessariamente essere di tipo espressivo e creativo, per permettere agli alunni, attraverso una didattica innovativa e inventiva, di entrare in contatto con le proprie emozioni, averne consapevolezza riconoscerle e saperle gestire: ogni studente conscio delle sue emozioni dovrà essere in grado, attraverso confronti, di riconoscere quelle “dell’Altro” imparare a rispettarle evitando e/o superando inutili narcisismi.
Va inoltre considerato che, per generare inclusione è fondamentale lavorare su una modifica del contesto delle relazioni tra pari, in un ambiente educativo pronto a farsi carico della paura del diverso, che porta spesso a mettere in campo strategie derisorie o escludenti.
Le METODOLOGIE scelte sono quelle volte ad aiutare ciascuno studente a trovare il proprio spazio nel mondo, valorizzando i propri talenti, nell’ottica di un’intersoggettività dinamica, che produce cambiamento, trasformazione, evoluzione del sé, per scoprire la propria unicità, quali:
• Scrittura creativa, Narrativa autobiografica & Storytelling
• Fumetti e uso delle nuove tecnologie
• Role play e drammatizzazione
• La danza
• Didattica metacognitiva
• Cooperative learning.
RISULTATI OTTENUTI SCATURITI DA EVIDENZE EMPIRICHE E DATI DI RICERCA ==> vedi RISULTATI TTTENUTI