Giuseppe Centonze

Nome della scuola: 
I.C. "P. Impastato" Veglie Polo 1
Città: 
Veglie
Regione: 
Puglia
Disciplina/e Insegnata: 
Tecnologia
Descrivere la propria storia di educatore, di impegno, innovazione e determinazione legata al proprio contesto scolastico: : 
Sono insegnante di tecnologia nella scuola media dal 2016 dopo dieci anni di servizio presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione all’Università del Salento, prima come dottorando di ricerca e poi come assegnista di ricerca. In principio devo dire che l'anno appena trascorso mi ha profondamente segnato, in positivo. Ho poca esperienza d'insegnamento nella scuola ma durante l'emergenza ho potuto toccare con mano la passione e la dedizione al servizio di tanti docenti molto più grandi di me. Certamente meno avvezzi all'uso dei mezzi tecnologici eppure, nonostante le oggettive difficoltà con l'uso dei pc, delle connessioni, della gestione di piattaforme didattiche più o meno complesse, hanno dimostrato una grande passione e un grande Amore verso gli alunni, la Scuola e l'insegnamento. Nel 2017 sono arrivato nella mia attuale scuola (IC “P. Impastato” di Veglie) e da subito ho stabilito un bellissimo rapporto con l’ambiente. Da insegnante e appassionato di tecnologia ho subito cercato gli strumenti tecnologici disponibili: nel plesso di scuola media c’erano due sole LIM e un laboratorio informatico con 15 notebook e 16 tablet. Ricordo ancora quando uno dei proiettori, quello della LIM fissa del laboratorio informatico, si ruppe e smontandone uno rotto riuscì a trovare il pezzo di ricambio per riparare il primo. La mia attività è stata sempre orientata allo sviluppo delle nuove tecnologie, come applicativi opensource e applicativi web-based. Infatti, già ad Aprile 2019 ho completato la fase di attivazione della GSuite for Education, inconsapevole del fatto che in pochi mesi sarebbe diventata uno strumento essenziale per consentire il proseguimento della didattica e il “contatto” con gli alunni in tempo di pandemia. ùVista la scarsa disponibilità di dispositivi, ho cominciato a darmi da fare per implementare la dotazione tecnologica della scuola e, con il supporto della Dirigente Scolastica che ha sempre condiviso le mie proposte, ho cominciato a redigere progetti per i vari bandi che venivano emanati. Oggi la scuola ha cambiato notevolmente aspetto dal punto di vista tecnologico, nonostante le difficoltà dovute all’emergenza sanitaria: i notebook sono diventati 130 e i tablet 40 con ancora qualcosa da acquisire. Alle 2 LIM si sono aggiunti 6 monitor touch di ultima generazione. In aggiunta è stato realizzato un laboratorio STEAM con: • 13 mBot Ranger di Makeblock • 12 Halocode di Makeblock • 12 Lego WeDo 2.0 • 12 Arduino student kit • 1 kit classe di circuiti elettrici Littlebits • Stampante 3D • Taglio laser L’ambiente di apprendimento realizzato rappresenta un piccolo “FabLab” dove le alunne e gli alunni dell’Istituto possono realizzare attività STEAM utilizzando strumenti innovativi e all’avanguardia. Gli alunni della mia scuola, grazie a tutta la strumentazione a loro disposizione avranno la possibilità di incrementare la qualità dello studio e le proprie competenze logico-matematiche, cominciando a sviluppare il pensiero computazionale in ambito didattico, spendibile anche in ambienti lavorativi. L’obiettivo principale è l’acquisizione di un metodo di studio e di riflessione critica che permette a ciascun allievo di sviluppare competenze di carattere professionale con elevata risonanza sociale e territoriale. Ho creduto molto in questo sviluppo tecnologico della scuola e, sia come educatore che come progettista, ho lavorato molto per raggiungere questo traguardo. Sono soddisfatto del risultato raggiunto perché lo considero un valore aggiunto per la mia scuola e per le prossime generazioni di allievi che cominceranno a formare il loro bagaglio culturale all'interno di questi spazi. Negli ultimi anni si è osservata una repentina evoluzione di robotica e internet of things (IoT) che ha determinato la necessità di puntare a strategie didattiche e strumenti che potenzino le competenze digitali delle nuove generazioni. Recentemente è stato introdotto anche nelle scuole italiane il quadro di riferimento per le competenze digitali dei cittadini (DigComp 2.1) attraverso il quale la Commissione Europea punta proprio sull’apprendimento e le competenze per l’era digitale. Pertanto, sono convinto che gli sforzi compiuti in questi anni consentiranno alla mia scuola di essere tecnologicamente all’avanguardia e l’atelier creativo realizzato diventerà un punto cardine del futuro sviluppo della didattica per tutto l’Istituto, con particolare riguardo alle competenze digitali e alla competenza nell’imparare a imparare (sia in modalità collaborativa che individuale), oltre al naturale sviluppo delle competenze nelle nuove tecnologie.
Descrizione di come è stata affrontata l’emergenza da COVID-19 con i propri studenti:: 
È stato un anno complicato da gestire, specialmente nelle prime fasi della pandemia, quando ci siamo ritrovati improvvisamente tutti a casa e con le scuole chiuse. L’emergenza sanitaria, inizialmente, ha destabilizzato un pochino tutti, in modo particolare i ragazzi: nella fascia d’età della scuola secondaria di primo grado, nonostante siano considerati “nativi digitali” non hanno ancora la padronanza e la consapevolezza dell’uso di un computer, di internet e, in generale, degli strumenti di condivisione di dati ai fini didattici. In qualità di animatore digitale della scuola, mi sono subito attivato per rendere operativa la piattaforma di didattica a distanza (che fortunatamente avevo già attivato in tempi non sospetti e stavo testando nel tempo libero dalle lezioni). Dal punto di vista dell'insegnante di tecnologia, invece, il primo approccio è stato innanzitutto quello di infondere “fiducia” in questo nuovo, strano modo di fare scuola; in secondo luogo ho cercato di incrementare la loro confidenza con gli strumenti digitali e, considerati i molteplici disagi della situazione (connessioni lente/inesistenti, dispositivi lenti e obsoleti, ecc.), non è stato un lavoro semplice. Certamente il ruolo di animatore digitale e amministratore della piattaforma GSuite mi ha permesso di mantenere sin da subito un “contatto” diretto con la maggior parte degli alunni di tutto l’Istituto perché era necessario attivare gli account, aiutarli nel configurare i dispositivi o ad iscriversi alle classroom, ecc. Le parole ricorrenti, nei primissimi giorni, erano di smarrimento, di insicurezza. Perché la nuova modalità didattica era strana, mai provata e la maggior parte di loro non si sentiva pronta a gestire la nuova situazione. Perciò, i primissimi giorni sono stati quelli del dialogo, teso a infondere tranquillità, cercando di dare certezze e punti fermi a ragazzini e ragazzine che sembravano smarriti. A quel punto ho sentito la necessità di abbandonare, temporaneamente, gli argomenti di tecnologia tradizionali, puntando tutto sulla parte "informatica", cioè sulla gestione delle varie applicazioni ad uso didattico, in modo da rendere gli alunni autonomi non solo relativamente alla materia, ma anche per metterli nelle condizioni di affrontare con tranquillità le lezioni di tutte le altre discipline. Le videolezioni sono quindi diventate occasione di continue condivisioni di problemi e delle relative soluzioni, fatte sempre live, insieme a loro, quasi sempre direttamente dagli alunni presentando gli schermi e con la guida mia o di altri studenti che già conoscevano la risoluzione del problema. Devo dire che questo approccio è stato molto interessante, spesso gratificante, perché mi ha consentito di toccare con mano l’impegno, la determinazione, la voglia di non arrendersi ai problemi, che tanti studenti e studentesse hanno impiegato in una situazione che li ha visti, a mio parere, la fascia maggiormente penalizzata dalle restrizioni sociali che abbiamo vissuto.
Descrivi la tua visione di educazione per il futuro: 
A mio avviso l'emergenza sanitaria ha cambiato la didattica, anticipando un'accelerazione tecnologica che non avrebbe tardato ad arrivare. Certamente, questo salto è stato talmente brusco che in tanti si sono trovati inizialmente impreparati, a tutti i livelli. L’educazione e la didattica del futuro non potranno che tenere conto delle molteplici spinte innovative che si stanno sviluppando in questi anni. In particolare, penso che si dovrà puntare sempre di più sullo sviluppo delle competenze digitali che, in nell'era che diventa sempre più digitale, saranno essenziali per la formazione delle nuove generazioni. Pertanto l’approccio alla lezione e le metodologie didattiche da utilizzare dovranno definitivamente abbandonare gli “schemi” classici della lezione frontale trasmissiva ed evolversi verso uno stile educativo innovativo, collaborativo e dinamico, che possa garantire alle nuove generazioni una nuova consapevolezza dell’uso degli strumenti digitali, oltre a maggiore sicurezza e autonomia. L’emergenza sanitaria e la conseguente svolta didattica repentina verso strumenti digitali ha inequivocabilmente evidenziato come le nuove generazioni, sebbene considerate di “nativi digitali”, abbiano notevoli carenze nell’uso consapevole degli strumenti. Pertanto è necessario, sin dal primo ciclo scolastico, sviluppare tali competenze digitali che si rivelano utili non solo in ambito didattico ma, soprattutto, nel quotidiano di ciascuno e anche in un futuro lavorativo.