Disciplina/e Insegnata:
Ambito Scientifico-mamtematico
Descrivere la propria storia di educatore, di impegno, innovazione e determinazione legata al proprio contesto scolastico: :
Sono un'insegnante di scuola primaria, in ruolo dal '95 con poche certezze e una forte empatia verso tutto ciò che potesse fare della scuola un luogo privilegiato di promozione della crescita individuale in un contesto di apprendimento condiviso. Dopo alcuni anni di "tirocinio" in servizio, ho avuto la fortuna di conoscere docenti e formatori "innovatori" nel campo dell'educazione che mi hanno supportata e illuminata.
E' stato così che ho iniziato ad affiancare al mio impegno di insegnante quello di Funzione Strumentale e Animatore Digitale presso la scuola in cui insegnavo. Filo conduttore del mio percorso è sempre stata la consapevolezza che la formazione dei bambini non potesse prescindere da una innovativa formazione dei docenti, cercando di sradicarla da quella autoreferenzialità che l'ha sempre contraddistinta. Non era ancora l'epoca dei social, ma si parlava di FAD e come Funzione Strumentale favorivo percorsi di formazione a distanza che consentissero ai docenti il confronto e la condivisione a distanza su tematiche didattico-metodologiche più varie, con un forte orientamento inclusivo ed interculturale. Parallelamente operavo con le classi favorendo progetti di collaborazione a distanza, in collaborazione con l'Università, centrati sulla costruzione della conoscenza in modo partecipato e condiviso, su prime piattaforme digitali, mentre si affacciava l’idea di favorire la stessa attraverso la costruzione di percorsi in mondi virtuali. Il passaggio da una scuola di città ad una di un piccolo paese, per anni costretta alla reggenza dirigenziale, non mi ha intimorita: respiravo aria positiva e sentivo di poter osare.
Ancor prima di diventare animatore digitale, e poi per i successivi anni in cui ho ricoperto quel ruolo, ho iniziato a coinvolgere i colleghi in quel processo di innovazione che ha consentito alla scuola di conquistare tantissimi riconoscimenti e di avviare quel processo di innovazione metodologico-didattica che ha trovato nel PNSD la sua legittimazione normativa.
Sono stati anni in cui ho attuato un percorso di ricerca-azione, nella scuola tra i colleghi, e in classe con i miei alunni.
Uno dei principali obiettivi cui ho mirato è stata la promozione del pensiero computazionale, attraverso coding e robotica: come referente regionale e leading teacher, ho favorito l’adesione della scuola ad eventi che promuovessero il confronto e lo scambio tra i docenti, ho promosso iniziative tipo crowdfounding, coinvolgendo anche le famiglie, riuscendo così a dotare la scuola di kit digitali e di robotica e parallelamente ho promosso la formazione indispensabile per l’utilizzo dei kit stessi.
Come Microsoft Expert Teacher, ancor prima che l’epidemia da Covid-19 ne evidenziasse la necessità, avevo già dotato la scuola di una piattaforma digitale funzionale alla condivisione in cloud.
Sono stati anni bellissimi in cui un sogno sembrava realizzarsi: l’impulso verso l’innovazione metodologica era appena partito! Coding, robotica e digitale sono poi diventati parte di un progetto più ampio finalizzato al coinvolgimento delle bambine nelle attività stem, all’educazione alla cittadinanza digitale, ai gemellaggi europei tramite i progetti E twinning, per giungere all’adesione alle idee di Avanguardie Educative, prima tra tutte la didattica per scenari.
Si sono collocate in tale contesto, le attività di innovazione didattica realizzate con i miei alunni: dalla robotica alla didattica immersiva nei mondi virtuali attraverso la piattaforma EdMondo, dal coding alle sperimentazioni Indire con Minecraft Education Edition, documentate attraverso la partecipazione ad iniziative a carattere nazionale, in alcune delle quali siamo anche risultati vincitori, destinando i premi all’acquisto di ulteriori dispositivi digitali per la scuola.
Quella che pochi anni prima poteva sembrare utopia in una scuola di un piccolo paese dell’area metropolitana di Bari, si andava concretizzando e diventava realtà non solo nelle classi, nella scuola, quanto anche presso le famiglie e le autorità comunali, rese partecipi di un processo di innovazione in atto che presto avrebbe richiesto loro una maggiore partecipazione.
Descrizione di come è stata affrontata l’emergenza da COVID-19 con i propri studenti::
L’emergenza da Covid19 mi ha vista coinvolta sia come insegnante, con i miei alunni, che come Animatore Digitale, con l’intera scuola. Avevo già dotato la scuola di una piattaforma che consentisse di operare in modo collaborativo, anche a distanza. Pertanto, per far fronte all’emergenza ho provveduto a realizzare un repository di condivisione/documentazione su One Drive; a profilare tutto il personale e tutti gli alunni; a realizzare 41 Team Classe per la DDI, Team per lo smart working del personale amministrativo, per le attività degli organi collegiali, dello staff e per la formazione. Ho fatto sì che in meno di 15 giorni dall’avvio del lockdown, tutte le classi di scuola primaria e dell’infanzia potessero avviare attività a distanza sulla piattaforma Teams in modalità sincrona, supportando, con la collaborazione del team digitale, i docenti che ne avessero necessità; parallelamente, come Funzione Strumentale dell’area del PTOF, ho coordinato l’adeguamento degli strumenti e la rimodulazione delle metodologie nonchè la verifica e la valutazione, sia sul versante degli strumenti che degli elementi da valutare, impostando nuovi parametri e descrittori riferiti alla DDI.
Con i miei alunni, non è stato difficile: abbiamo operato e cooperato, con il supporto delle famiglie da subito. Grazie ai team classe, abbiamo lavorato in sincrono in stanze dedicate ai lavori di classe e di gruppo e non abbiamo mai rinunciato alle attività laboratoriali che avevamo svolto fino a quel momento: l’inchiostro digitale ha sostituito agevolmente carta e penna per attività di gruppo realizzate su file o lavagne condivise; elastici e poligoni digitali ci hanno consentito di continuare a lavorare con geopiani e tangram; applicazioni web come Mblock hanno sostituito robottini fisici; gallerie condivise nelle classi virtuali di Scratch hanno preso il posto dei cartelloni di classe e i mondi virtuali di minecraft education edition hanno sostituito i nostri cari mattoncini Lego… Questo non vuol dire che problemi non ce ne siano stati: problemi di connessione, bambini senza dispositivi adeguati, genitori che lavoravano in smart working o in presenza che avevano difficoltà ad affiancare bambini troppo piccoli per gestire in completa autonomia la didattica a distanza… ma sicuramente significa che la situazione paradossale e imprevista ci ha resi più forti: la mia disponibilità verso le esigenze dei bambini e delle famiglie è stata totale: in collaborazione con il ds abbiamo risposto ai bandi che ci consentivano di acquistare dispositivi da fornire in comodato d’uso alle famiglie, ho preparato tutorial e incontrato online i genitori per guidarli nell’uso della piattaforma, con le colleghe di classe, siamo state disponibili alle richieste delle famiglie in merito a giornate ed orari di connessione… tutto questo ci ha permesso di andare avanti su tutti i fronti, concludendo a distanza progetti e sperimentazioni, vincendo concorsi e sentendoci più uniti che mai! La pratica quotidiana del digitale, ha inoltre favorito una maggiore consapevolezza della propria cittadinanza digitale, concretamente vissuta nelle classi virtuali tanto che oggi quella scuola virtuale non è più sentita come “un pezzo a parte” di cui sbarazzarsi al più presto, ma fa parte del nostro modo di lavorare… l’abbiamo sperimentata in tutti i modi possibili ed abbiamo scoperto che rappresenta una risorsa perché ci permetterà anche in futuro, quando tutto tornerà come prima, di restare in contatto e continuare a collaborare anche da casa.
Descrivi la tua visione di educazione per il futuro:
La mia idea di formazione per il futuro è strettamente connessa con quanto già descritto precedentemente e tende allo sviluppo della creatività, del pensiero critico e della capacità di collaborazione e comunicazione; per raggiungere tali obiettivi è necessario un ripensamento radicale della scuola, anche in campo digitale: l’idea di fondo è centrata sulla necessità di rendere l’apprendimento realmente inclusivo e questo richiede un impegno importante da parte dei docenti sul versante degli approcci metodologici affinchè si possano realizzare ambienti di apprendimento capaci di offrire a ciascuno occasioni di apprendimento autentiche e, in tal senso, anche l’uso di una tecnologia accessibile potrà contribuire a fornire a ciascuno quegli strumenti necessari per vincere le sfide del XXI secolo.