Un istituto comprensivo di circa sedici plessi in cinque comuni. Realtà logisticamente lontane e, all’apparenza situazioni impervie, piene di imprevisti dettati dai fenomeni atmosferico-ambientali e antropici. Neve, frane, smottamenti, terremoti, spopolamento. Sebbene abusata nella sua accezione e nella sua caratterizzazione -qui- la parola resilienza trova la sua forgia, trova il suo locus amoenus. Addirittura la sua metamorfosi. Da resilienza a rinascenza. Ogni volta che qualcosa di disastroso accade, in questi luoghi c’è la pervicacia per reinventarsi e tornare a nuova vita. Un paesaggio educativo composto dalla comunità educante tutta. Scuola, istituzioni, territorio. Non una sopravvivenza ma una vitalità nella ricerca di nuove strade per (r)esistere.
Scoppia anche la pandemia e comincia la didattica a distanza ed insieme ad essa la narrazione di un tempo sospeso. Le insegnanti della scuola primaria Elena Cicconi e Barbara Diletti sono costrette a spostare gli elfi, i maghi, le streghe e tutti i bambini del Fantasy Wood, dalla LIM delle piccole classi montane e pedemontane e portare il mondo magico ed incantato nei loro pc. Costruire un ponte immaginifico con i bambini. Una nuova vicinanza nella distanza. La scuola, nella persona della Dirigente Sandra Renzi, provvede a tenere i legami saldi, i ragazzi ricevono tutti gli strumenti per potersi connettere e non spezzare nessun filo di continuità con i loro docenti. I genitori sono presenti e contribuiscono a tenere saldo questo legame. Ma i bambini hanno bisogno di sperare e di immaginare.
Il Fantasy Wood è uno spazio fantastico, immaginato dai bambini della primaria. Un bosco della fantasia dove tutto può accadere e dove la natura ha il sapore dei biscotti e delle caramelle gommose. Nel Fantasy Wood entrano storie di tutti i generi, perché nascono lì. Da qualche albero di pasta-frolla pendono i finali e su qualche zolla biscottosa spunta un personaggio o un’invenzione. Nel bosco magico c’è spazio pure per gli errori che quando arrivano scivolano, inciampano, fanno una gran confusione e i bambini se li mangiano. C’è l’eco di Rodari in questo bosco della fantasia. C’è la grammatica della fantasia e così anche i numeri si nascondono nelle torte e se hai bisogno i bambini te ne portano un pezzo. C’è un sentiero magico fatto di storie e di incantesimi; uno scrigno prezioso che custodiscono le maestre per i loro bambini. Questi bambini stanno crescendo, nell’evoluzione delle loro storie rimarrà questo nostro errori che quando arrivano scivolano, inciampano, fanno una gran confusione e i bambini se li mangiano. C’è l’eco di Rodari in questo bosco della fantasia. C’è la grammatica della fantasia e così anche i numeri si nascondono nelle torte e se hai bisogno i bambini te ne portano un pezzo. C’è un sentiero magico fatto di storie e di incantesimi; uno scrigno prezioso che custodiscono le maestre per i loro bambini. Questi bambini stanno crescendo, nell’evoluzione delle loro storie rimarrà questo nostro contingente virulento e ,con esso, tutta una narrazione. Capire, parlare, condividere, metabolizzare, narrare, filmare, diviene un esercizio necessario alla comprensione critica e meta-cognitiva dell’evento. Narrare uno spillover attraverso un altro salto. Quello tra classi, quello tra età differenti, quello tra scritture, tra discipline. Nasce una nuova narrazione, una scrittura collaborativa tra classi di ordini di scuola differenti. La secondaria di primo grado del plesso di Civitella del Tronto era immersa nella contemplazione, raccontando il presente ed il passato per immagini. Usando il linguaggio multimediale e dell’audiovisivo per raccontare, per esprimersi e per capire. Un linguaggio inclusivo e divergente. Il linguaggio caro al cinema. Il linguaggio delle arti, del cinema, della musica e del teatro , accompagnati dalla prof. Elisabetta L’Innocente. Ecco, che allora i personaggi dell’Orlando Furioso escono dalle ottave ariostesche, si incontrano tra gli ipertesti di Calvino e di Rodari e piombano nel Fantasy Wood. L’ibridazione letteraria sprigiona una propulsione magica e avvengono tre incontri online. A questi incontri partecipano i genitori e i docenti della primaria e della secondaria. I ragazzi interagiscono, scrivono, si raccontano. Orlando diventa Urlando. Non è più furioso ma è spaesato perché il virus è in fabula. Angelica si sdoppia e, una delle due, decide di rimanere nel bosco incantato. Gli oggetti magici non aiutano solo l’ippogrifo, che nel frattempo è entrato con tutta la ciurma attraverso uno stargate temporale, dimenticandosi di Astolfo. Forse, in questo luogo, non è urgente ritrovare il senno ma stare insieme e raccontarsi. I più grandi lanciano sfide letterarie ai più piccoli. Entra la tecnologia. Dapprima entra la connessione nel Fantasy Wood grazie ad una parabola -bricolage-brevettata dal piccolo Albert. Poi arrivano le immagini. Sono immagini prese in prestito dall’animazione . Sono immagini animate che i ragazzi della seconda media insegnano ad usare ai bambini di quarta e di seconda elementare di Torricella e alla pluriclasse di Rocca Santa Maria. Basta una interconnessione di idee, un fluire di suggestioni ed il naturale tutoraggio tra grandi e piccoli prende il via. Anzi, sono i più piccoli a stupire i più grandi! Prima dei saluti finali, poiché l’anno volge al termine, entra una nuova suggestione nel fantasy wood. Gli animali fantastici. Li porta la maestra Barbara sotto forma di meravigliose creature, ibride di specie. Come la maestra Elena aveva mixato le storie e la prof della secondaria le aveva animate coi ragazzi. Ma questi animali fantastici nascondono un segreto. Il tartafino, metà tartaruga e metà delfino, aiuta tutti noi a trovare le peculiarità e non le brutture. Il particolare eccezionale e non sempre e solo l’errore.
Come si potrebbe altrimenti sognare ciò che non si sa neppure immaginare?