SCAMPARELAGUERRA - Laboratori storici e di cinema d'animazione tra materiali bibliografici, uscite didattiche e ricerca-azione sul territorio
Il progetto propone un approfondimento sui centrali temi del vissuto di guerra di militari e civili, con riferimento ai comportamenti di rifiuto, renitenza, fuga, diserzione, ribellione, autolesionismo e di obiezione al conflitto. La condizione umana in tempo di guerra: il dolore di chi parte e di chi resta, le paure della trincea e le ribellioni nei confronti dei superiori, le diserzioni e le fucilazioni sommarie.
Il modello didattico di riferimento è laboratoriale-interdisciplinare ed implica la partecipazione attiva degli studenti mediante l’uso di strumenti diversificati: dalla visione di immagini fotografiche, video e documenti in lingua originale alla lettura di oggetti, reperti, opere d’arte e monumenti. L’atelier di cinema d’animazione, fondato sulle interrelazioni tra le diverse discipline storiche, offre invece un’opportunità di apprendimento interattivo e multimediale.
Il progetto didattico è ideato e realizzato dalla cooperativa sociale La Collina di Trieste con la collaborazione della cooperativa sociale Reset, Hand, l'Associazione Interferenze, la Conferenza Permanente per la Salute Mentale nel Mondo Franco Basaglia, Radio Fragola, Arci Servizio Civile finanziato dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
La prima parte del laboratorio si svolge all’esterno degli Istituti scolastici, mediante un percorso di ricerca-azione sul territorio teso a comprendere come si sia affermata nel tempo “la memoria” nella società locale e non solo. La seconda parte del laboratorio storico si svolge in classe, attraverso l’esame di documenti originali, filmati, fotografie dell’epoca il laboratorio ripercorre le vicende umane legate alla Grande Guerra: vite di trincea; i civili e la guerra, i renitenti.
Atelier di cinema d’animazione: I partecipanti impiegheranno il linguaggio del cinema d’animazione per rielaborare e rappresentare visivamente la varietà di contenuti affrontati nel “Laboratorio storico” (prima parte). Per introdurre i partecipanti all’attività verrà proiettato degli spezzoni del primo film animato realizzato in Italia: “La Guerra e il Sogno di Momì”, un mediometraggio muto in bianco e nero del 1917, realizzato dalla regia di Giovanni Pastrone (1883-1959).
Nel laboratorio gli studenti potranno sperimentare l’animazione di silhouette, una tecnica che prevede la realizzazione di sagome in cartoncino nero poste su un piano di lavoro orizzontale e retroilluminato (per conferire massimo contrasto alle sagome e luminosità ai fondali). I materiali audiovisivi realizzati saranno infine resi fruibili online e proiettati presso i principali istituti scolastici della provincia.
Gli obiettivi:
1) Rifiutare consapevolmente ogni forma di violenza, di razzismo, di semplificazione interpretativa del dato storico;
2) Ampliare la conoscenza e favorire la riflessione sui fatti storici della Prima guerra mondiale riguardanti i fenomeni di opposizione alla guerra, sia civile che militare;
3) Credere nella pace, nell’uomo, nella sinergia che si può sviluppare dalla conoscenza della diversità, nella possibile soluzione pacifica e costruttiva dei momenti di crisi.
E' impossibile determinare quanti utenti interagiscono mensilmente con il progetto ma è possibile, in via del tutto sperimentale, immaginare quanti soggetti (studenti e non) hanno intercettato il processo o i materiali realizzati (output video) analizzando gli accessi web della pagina internet dedicata, conteggiando le visualizzazioni dei materiali finora condivisi online fino ad arrivare a ipotizzare una media di 15 persone coinvolte per ogni studente partecipante, arrivando così ad un numero di circa 2.000 utenti raggiunti.
Un approccio, un metodo, una volontà di rendere protagonisti gli studenti mettendoli in condizione di esprimersi ed esprimere la loro creatività indagando temi che al primo impatto potrebbero sembrare distanti, lontani e noiosi.
Entrare nelle classi con la certezza di mettersi sullo stesso piano degli studenti, con la voglia di mettere nelle loro mani il timone del laboratorio, è stata la strategia che ci ha permesso di creare in poco tempo un forte legame emotivo-professionale con gli studenti e tra essi ed il tema storico dei laboratori, dimostrandogli concretamente come gli strumenti di comunicazione contemporanea siano, in alcuni casi, strumenti per indagare la nostra memoria e la nostra identità: occasione per comprendere meglio noi stessi.