Salvatore Lentini

Descrizione della propria visione di scuola innovativa ed inclusiva: 
Prendendo a prestito la definizione dalla School 21 di Stratford (Londra), l’orizzonte a cui mira la nostra scuola è ben rappresentato dai principi “testa, cuore, mano”. L’ottica è quella di un approccio globale al curricolo, che mette al centro la persona per valorizzare i diversi stili di apprendimento, gli interessi e i talenti di ciascuno e rendere gli alunni protagonisti consapevoli del proprio processo di maturazione e in grado di scegliere e agire in autonomia e responsabilità. Una scuola in un cui si “impara assieme” in una dimensione di relazioni profonde, scambiando pratiche e facendo esperienze di cittadinanza per costruire le competenze sociali e civiche, sperimentare la partecipazione attiva alla vita della comunità e sviluppare atteggiamenti di cooperazione, aiuto reciproco e solidarietà (la scuola come “palestra” di processi e strumenti democratici). Una scuola in cui spazi e ambienti sono curati e accoglienti, policentrici, flessibili e partecipati, nella convinzione che vi sia una relazione diretta tra il setting educativo, il modello pedagogico-didattico e quello relazionale e che l’ambiente instauri una relazione reciproca e coinvolgente con tutti gli attori, trasformando atteggiamenti e comportamenti. È una scuola che rompe i confini dell’aula per disegnare un “paesaggio di apprendimento” in cui gli spazi comuni e connettivi diventano luoghi dell’accoglienza, della socialità e dell’apprendimento, mentre gli spazi esterni diventano vere e proprie aule all’aperto per lo svolgimento di attività didattiche a contatto con la natura. Una scuola che mira alla costruzione di apprendimenti significativi e competenze, attraverso un approccio laboratoriale per ricerca e scoperta, capace di stimolare la curiosità e la motivazione degli studenti, la pre-attivazione delle conoscenze, la meta-cognizione e l’autovalutazione. Agli studenti si chiede oggi di imparare troppo, a memoria, in poco tempo, senza passione e, spesso, senza cognizione del senso profondo e con l’ansia di doverne rendere conto. L’orizzonte è allora quello di una didattica che abbia il coraggio di “potare” ciò che inutile e ridondante, per individuare i nuclei fondanti dei saperi, favorire l’interconnessione e l’interdisciplinarità e ricercare le chiavi di lettura che ciascuna disciplina può fornire per interpretare la realtà che ci circonda. In questa prospettiva l’errore costituisce una risorsa e una chiave di lettura dell’apprendimento, mentre l’insegnante diventa osservatore e alleato di ciascun alunno per individualizzare le strategie, predisporre un ambiente di apprendimento adatto alle caratteristiche dei suoi studenti e sostenerne le emozioni positive e il senso di autoefficacia. Una scuola “aperta” e capace di costruire un ponte tra ciò che si apprende dentro e fuori la scuola, fornendo opportunità di apprendimento diversificate e integrando le attività curricolari con stimoli culturali ed esperienze arricchenti per gli studenti, come anche per la comunità che la circonda (la scuola come centro di promozione culturale che agisce al fianco e in collaborazione con tutte le agenzie per rispondere ai bisogni del territorio e contrastare la povertà educativa). Una scuola in cui l’intelligenza pratica torni ad avere piena cittadinanza per diventare il punto d’incontro tra manualità, artigianato, creatività e tecnologie, incoraggiando gli studenti a “pensare con le mani”, a sperimentare e “imparare facendo”, a realizzare progetti curandone tutte le fasi (dall’ideazione alla realizzazione finale), risolvendo i problemi e collaborando in team per il raggiungimento di un obiettivo comune. Una scuola che, senza rinunciare agli aspetti “materici” dell’apprendimento accoglie le nuove tecnologie nella sua quotidianità, nella convinzione che l’utilizzo consapevole del digitale sia uno strumento fondamentale di contrasto alla diseguaglianza sociale e che sia necessario affiancare i ragazzi nella “media education”, per individuare i pericoli del web e dei social network. Il digitale a scuola, se utilizzato in modo consapevole, riveste grandi potenzialità - in gran parte ancora da esplorare - per sviluppare il pensiero computazionale; la curiosità e il problem solving in un ambiente cooperativo; la creatività (musica, arte, grafica e videomaking); l’accessibilità e il supporto ai bisogni e alle difficoltà di apprendimento. L’introduzione delle nuove tecnologie è inoltre funzionale ad un impiego di metodologie didattiche alternative alla lezione frontale e al modello trasmissivo (modalità cooperative, produzione di materiali didattici alternativi ai libri di testo) ma deve essere parte di un processo di “doppia alfabetizzazione” che integri - senza rinunciarvi - l’eredità della cultura del libro cartaceo con la padronanza delle tecniche richieste dagli strumenti informatici. In questo contesto il libro assume una nuova centralità, così come la lettura e la scrittura - creativa, libera, strutturata, contestualizzata, individuale o collettiva – che rappresentano attività fondamentali per dare forma al pensiero, al sentire e alle emozioni, come per schematizzare, apprendere e rielaborare le informazioni. Una scuola che è una comunità educante ed un cantiere di ricerca e sperimentazione, capace di autovalutarsi, analizzare dati e risultati, riflettere, progettare, promuovere la collaborazione e lo scambio pratiche in un clima di ricerca azione e di continuo sviluppo dei modelli didattici.
Descrizione dei traguardi ad oggi raggiunti con la tua comunità educante: 
Dirigo l’IC “D. Spada” di Sovere (Bg) da 7 anni, da quando sono diventato Dirigente Scolastico. I principali traguardi raggiunti (consultabili nel sito web istituzionale www.icsovere.edu.it) sono: - La scuola dell’Infanzia e le tre primarie dell’istituto hanno adottato il modello di Scuola Senza Zaino, innovando profondamente organizzazione e didattica secondo i principi alla base del modello stesso (ospitalità, accoglienza, responsabilità). - La scuola secondaria di primo grado ha adottato l’organizzazione per ambienti di apprendimento/aule laboratorio disciplinari (suddivisi in dipartimenti), aderendo ad Avanguardie Educative. - Tutte le scuole dell’istituto sono state oggetto di interventi e investimenti da parte della scuola: ritinteggiature sulla base di progetti psico-cromatici, ripensamento e riorganizzazione degli spazi in modo flessibile e innovativo, acquisto e rinnovo degli arredi e degli spazi esterni). In tutte le scuole dell’istituto i setting d’aula sono stati trasformati in un’ottica laboratoriale e cooperativa: i banchi singoli o a coppie hanno lasciato il posto ai tavoloni collaborativi o alle isole, le cattedre sono state sostituite da postazioni snelle e decentrate, gli ambienti comuni ospitano agorà, spazi per il lavoro a gruppi, piccoli laboratori. - Nella scuola secondaria è stato adottato, in via sperimentale, l’iPad one-to-one (uno per ciascuno studente): il 70% dei libri di testo è sostituito da materiali alternativi, elaborati collegialmente dai docenti nei dipartimenti e rispondenti all'approccio didattico descritto sopra. Rimangono attualmente in adozione i libri di: storia, antologia, scienze, inglese e spagnolo. - È stato elaborato un curricolo unitario di istituto per tutte le discipline, dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di primo grado, fissando traguardi e obiettivi comuni (declinati anno per anno) e dando vita a commissioni miste tra ordini di scuola per la progettazione didattica. Tra i vari curricoli si segnalano quello di cittadinanza digitale (comprensivo di coding e robotica) e quello di madrelingua inglese che culmina nella possibilità di scambi interculturali e soggiorni all’estero in scuole europee. E’ stato introdotto anche il curricolo per competenze, con apposite rubriche di valutazione delle prove autentiche. Da quest’anno la valutazione per competenze chiave di cittadinanza è stata inserita in tutte le discipline, a fianco di quella per contenuti e abilità. Il curricolo verticale prevede lo svolgimento di prove parallele e l’analisi dei risultati (elaborati assieme ai dati INVALSI e a quelli in uscita dalla scuola e nel primo anno delle superiori). - È stato adottato un modello di “scuola aperta” tutto il giorno, con attività e laboratori di arte, musica (orchestra e lezioni di strumento), teatro, coding e robotica educativa, videomaking e fotografia, corsi di conversazione con madrelingua inglese e spagnolo, un summer camp estivo di inglese, corsi di recupero e potenziamento, spazi compiti. - Tra i progetti principali si segnalano l’orchestra inclusiva Bequadro, a cui possono accedere tutti i ragazzi e che vede all’interno studenti con disabilità). L’orchestra ogni anno realizza spettacoli – in collaborazione con il gruppo teatrale della scuola– che vanno in scena in teatri e rassegne e che, negli anni, hanno visto i nostri ragazzi collaborare con artisti come Eugenio Finardi, Irene Grandi, Niccolò Fabi, ma anche con diverse realtà del territorio (centro autismo, RSA, oratorio, etc.) e non (rete orfanotrofi di Uzhgorod, Ucraina) - È stato realizzato il grande orto didattico, che costituisce un ambiente di apprendimento ricchissimo per tutti gli ordini scolastici, dove è possibile sperimentare il ciclo della natura, dalla semina alla coltivazione, fino alla trasformazione del prodotto. Con il tempo sono stati introdotti piccoli animali da cortile (maiale, capre, anatre e galline), al centro di progetti di cura quotidiana degli animali che vedono protagonisti i nostri studenti assieme ai volontari del paese. Altrettanto importanti i percorsi psico-sensoriali, le attività legate all’esplorazione e alla micro osservazione, i tanti percorsi interdisciplinari (tra questi segnaliamo la progettazione e la realizzazione di pollai, ricoveri e piccole strutture da parte dei ragazzi, che hanno curato tutte le fasi dei progetti: lo studio preliminare e l’ideazione, il disegno tecnico, la modellazione in 3D in digitale, la costruzione dei modelli fisici, la costruzione dei manufatto). - Nella scuola secondaria è stata inoltre creata un “scuola bottega” con falegnameria, forno e tornio per la ceramica e torchio per la stampa: si tratta di un progetto di prevenzione alla dispersione scolastica di grande efficacia. -La scuola è diventata un Biblioteca della Legalità (progetto BILL con Libera e AIM). Un progetto che nasce per promuovere la cultura della legalità, della responsabilità e della giustizia tra i più giovani, partendo dal presupposto che le storie abbiano un ruolo fondamentale nella comprensione della realtà. Per costruire un immaginario condiviso la rete seleziona una ricca collezione di testi adatti a tutte le età, che comprende narrativa, saggistica, graphic novel e libri illustrati. Si tratta di storie profonde che, partendo dal vissuto degli allievi, parlano di rispetto delle diversità, cittadinanza e inclusione, stimolando al dialogo e al confronto. I testi si prestano così ad essere utilizzati per lavorare su temi comuni a più classi per l’intero anno scolastico, in un percorso che può essere arricchito con molti stimoli: letture recitate da attori professionisti per stimolare la comprensione profonda del testo (soffermandosi sulle sfumature lessicali ed emotive); produzione da parte degli studenti di racconti, audiolibri o graphic novel, anche in formato digitale; realizzazione di booktrailer (brevi video di invito alla lettura) o cortometraggi per dare spazio alle interpretazioni personali, ricreando atmosfere e suggestioni attraverso la musica e le immagini. Grazie alla BILL in questi anni abbiamo investito risorse significative nelle biblioteche (per farne il cuore delle nostre scuole), nei libri per bambini e ragazzi , nell’organizzazione di incontri con gli autori e personalità di lotta alle mafie, letture recitate e spettacoli teatrali. È inoltre nato Newsword, il magazine multimediale online interamente gestito dalla redazione dei bambini e dei ragazzi. - Sono stati creati laboratori mobili con notebook e tablet, laboratori e atelier digitali (con stampanti 3D e kit di robotica) in tutti gli ordini di scuola, promuovendo l’apertura di classi virtuali e piattaforme educative per l’integrazione della didattica digitale in classe. - È stato elaborato un protocollo di prevenzione per i disturbi specifici dell’apprendimento che prevede screening annuali in diverse fasce d’età (gestiti dai docenti) e l’integrazione con il nostro sportello di consulenza psico-pedagogica (la scuola ha ottenuto la certificazione avanzata di AID e ha aderito alla sperimentazione del software di SuperMappeX, collaborando con SOS Dislessia). - Il nostro istituto ha curato e promosso un progetto di zona, in rete con le scuole del territorio, il CPIA e la comunità montana, per l’insegnamento dell’italiano L2 per gli alunni di origine straniera. Tra le azioni previste: consulenti e facilitatori nelle scuola, sportello di consulenza e formazione per i docenti, protocollo di accoglienza per gli alunni di nuovo arrivo, scuola di italiano per adulti. -È stato introdotto un protocollo/percorso di orientamento, che accompagna gli studenti a partire dalla prima media, e la scuola ha aderito ad un progetto di ambito (con UniBG) per la valutazione di tutti i dati raccolti sul successo formativo e l'efficacia del consiglio orientativo. Il protocollo prevede attività di informazione per le famiglie, attività pratiche, piccoli stage ed esperienze dirette per gli alunni (con la collaborazione con enti e servizi di zona), raccolta e analisi dei dati di tutto il percorso ai fini del consiglio orientativo, analisi dei risultati in prima superiore. - Sono state promosse e direttamente organizzate attività di formazione continua per il personale nei principali ambiti di interesse del collegio (didattica, pedagogia, nuove tecnologie, etc.). - Sono state organizzati numerosi eventi e manifestazioni in collaborazione con associazioni e enti, dedicate a diverse tematiche, con mostre, spettacoli, concerti e incontri con l’autore che hanno visto come protagonisti i nostri studenti, affiancati da artisti, autori e professionisti. Le manifestazioni hanno comportato l’allestimento di mostre, la produzione di piccole pubblicazioni (racconti, poesie, etc.) e materiali multimediali, l’allestimento di spettacoli originali curati dagli studenti di tutte le età. Tra questi si segnala certamente la creazione di un percorso guidato (con pannellistica attrezzata e visite curate degli alunni della secondaria) per il palazzo Silvestri - sede centrale della scuola - che ha poi stimolato il recupero e il restauro del patrimonio artistico da parte dell’amministrazione comunale.
Descrizione di come è stata gestita l’emergenza sanitaria nelle propria scuola/scuole: 
La pandemia ha determinato, per noi, due fasi distinte e separate: alla fine di febbraio siamo stati colti di sorpresa e ci siamo trovati all’improvviso nell’epicentro dell’emergenza e in una situazione drammatica (il nostro istituto si trova in una valle laterale della Val Seriana, Bergamo). Il fatto che la scuola avesse già sviluppato l’integrazione del digitale nella didattica ci ha permesso una risposta tempestiva. La scuola secondaria aveva già attivato la GSuite e le classi virtuali, utilizzate quotidianamente dagli studenti, e questo ha permesso l’avvio immediato della DAD; nella primaria le classi virtuali erano utilizzate solo in alcune classi pilota e quindi si è deciso di estenderle a tutti. L’intero processo è stato accompagnato da una formazione continua che ha supportato docenti e famiglie: alcuni docenti hanno fatto da tutor ai meno esperti, attraverso incontri, gruppi di lavoro e la produzione di materiali e video tutorial per i colleghi e le famiglie; sono stati aperti ambienti virtuali (classroom) per facilitare il confronto e lo scambio delle pratiche tra i docenti e sono state costituite banche dati con tutti i materiali utili per la didattica. Parallelamente sono state raggiunte tutte le famiglie, distribuendo in comodato tutti i device della scuola, cercando di affrontare i tanti problemi di connettività e somministrando questionari per la valutazione del servizio. Dal punto di vista della didattica, le prime settimane sono state soprattutto dedicate al tentativo di riaprire un canale di socialità e comunità per i bambini e ragazzi, che si erano trovati di colpo isolati da tutto. Con la prosecuzione dell’emergenza si è poi lavorato sulle strategie e le metodologie da attuare per una didattica a distanza efficace e coinvolgente: grazie al supporto della rete Senza Zaino e al confronto con il prof. Giacomo Stella e con SOS Dislessia ci si è orientati verso un impiego flessibile di molteplici strumenti e metodologie, nel tentativo di superare il modello trasmissivo incentrato sulla memorizzazione e coinvolgere attivamente gli alunni nei processi di apprendimento. L’anticipazione di video e materiali (classe capovolta “virtuale”) è servita per pre-attivare le conoscenze degli alunni, dedicando il lavoro in “classe” alla discussione, al confronto e alla riflessione sui passaggi logici, gli errori e le soluzioni personali da mettere al servizio dei compagni. L’utilizzo di diversi canali e strumenti è servito per stimolare la motivazione degli studenti attraverso video, audio, presentazioni animate, siti web, learning apps, compiti autentici e attività collaborative, per stimolare la co-costruzione degli apprendimenti con progetti comuni e file condivisi. Si è inoltre lavorato sulla consapevolezza e l’autonomia nel lavoro, dedicando tempo alla pianificazione e all’organizzazione delle attività, utilizzando check list di controllo e menù di lavoro, condividendo con gli studenti e le famiglie semplici videotutorial e vademecum e realizzando attività di media education. Si è riflettuto sulla valutazione con l’adozione di strumenti e rubriche di autocorrezione e autovalutazione, feedback da parte degli docenti, questionari, autobiografie cognitive e diari di bordo condivisi per il lavoro a gruppi. L’estate è invece stata impegnata dalla progettazione per la ripartenza: si è lavorato in team per l’elaborazione di un piano di riorganizzazione che potesse garantire prevenzione e sicurezza senza impoverire l’esperienza a scuola degli studenti. Il lavoro è stato particolarmente impegnativo, anche perché finalizzato a garantire la continuità dei modelli Senza Zaino e dell’organizzazione per ambienti di apprendimento/aule laboratorio disciplinari. Lo studio di fattibilità ci ha visto collaborare con la rete SZ, le amministrazioni comunali, un architetto appositamente incaricato, il nostro RSPP e il medico del lavoro ed è stato poi presentato e condiviso con tutte le famiglie. La riprogettazione degli spazi ha garantito il mantenimento dei setting collaborativi in tutte le scuole (tavoloni e isole di banchi) nel rispetto del distanziamento, come dell'organizzazione per aule laboratorio disciplinari. Gli spazi comuni sono stati allestiti con agorà - precedentemente nelle aule - e postazioni per il lavoro in piccolo gruppo, secondo il principio del paesaggio di apprendimento; sono state attrezzate aule all’aperto in tutte le scuole, con pergolati in legno, e cortili e spazi verdi sono stati oggetto di interventi di riqualificazione. Sono stati inoltre creati percorsi per gli spostamenti e procedure per la sanificazione che coinvolgono anche i nostri studenti: in un’ottica di responsabilizzazione si è infatti lavorato per creare con loro apposite “istruzioni per l’uso” (IPU) e procedure tutti i momenti della giornata scolastica. Nelle scuole a tempo pieno si è sperimentato il pasto in classe, una scelta che si è rivelata molto efficace dal punto educativo e pedagogico. L’organizzazione “per bolle” ha chiaramente inciso sul modello di scuola aperta, con la temporanea rinuncia a molte delle attività pomeridiane e ad alcuni progetti per noi centrali ma, ad oggi, possiamo dirci soddisfatti: nonostante i modelli “innovativi” le quarantene sono state molto limitate e i nostri studenti riescono vivere il contesto scolastico in un clima sereno e accogliente. L’esperienza fatta con le nuove tecnologie, unitamente agli ulteriori investimenti con i device, hanno reso i nostri studenti di tutte le età molto autonomi, permettendo di affrontare efficacemente anche i momenti a distanza.
Descrivere la sfida più grande per il futuro della tua scuola: 
Molte sono le sfide che ci attendono per i prossimi anni per riuscire a consolidare il percorso di innovazione fin qui svolto. Un ruolo di primo piano è certamente rappresentato dallo sviluppo del modello Senza Zaino (infanzia e primarie) con un impiego sempre più maturo delle metodologie e degli strumenti didattici per differenziare e individualizzare gli apprendimenti. Allo stesso modo la sperimentazione di iPad one-to-one e la produzione di materiali didattici alternativi ai libri di testo rappresenta per noi la “scommessa” più grande: si vedono già risultati molto incoraggianti, con materiali ricchi e di qualità e la ricerca di strade alternative (ad esempio la grammatica valenziale e un approccio alla geografia piuttosto distante dal classico approccio scolastico descrittivo), ma il lavoro che ci attende è ancora tantissimo. Di certo un risultato si può dire raggiunto: fare della scuola una comunità di ricerca, caratterizzata da un alto livello di collaborazione in team e condivisione. Altrettanto complesso è il tentativo di dare vita ai curricoli di educazione civica e di cittadinanza digitale, in una chiave sempre più interdisciplinare e per competenze, così come la trasformazione delle attività scientifiche e tecnologiche in una dimensione sempre più sperimentale, pratica e capace di integrare la manualità con l’impiego delle nuove tecnologie (Fab Lab e maker space per le STEM). Se penso alla sfida più grande che ci attende è però certamente quella di lavorare sempre più per percorsi interdisciplinari e capaci di creare un continuo dialogo tra i saperi, in cui ciascuna disciplina contribuisca con la propria specifica chiave di lettura all'indagine sui fenomeni. Si tratta di avvicinarsi al metodo spesso definito come “finlandese”, a partire da una progettazione comune, per “mappe generatrici” che coinvolge tutta la scuola in vista di una progressiva revisione del curricolo verticale di istituto.
Nome della scuola: 
Istituto Comprensivo Daniele Spada
Regione: 
Lombardia
Città: 
Sovere (Bg)