Riccardo Jesu

Nome della scuola: 
Istituto Tecnico dei Trasporti e Logistica "Nautico San Giorgio"
Città: 
Genova
Regione: 
Liguria
Disciplina/e Insegnata: 
Scienze Naturali e Geografia
Descrivere la propria storia di educatore, di impegno, innovazione e determinazione legata al proprio contesto scolastico: : 
Sono approdato alla scuola dopo diversi anni in cui ho svolto attività lavorative inerenti la conservazione di specie e habitat minacciati, sia nell’ambito di progetti europei, sia all’interno dell’Acquario di Genova. In questi contesti mi sono anche occupato di divulgazione naturalistica e di mantenimento ed allevamento in condizioni controllate di Anfibi e Rettili, spesso in via di estinzione. Inevitabilmente l’esperienza condotta sul campo, sporcandomi letteralmente le mani, ha plasmato e caratterizzato in modo inconfondibile fin dall’inizio la mia attività didattica a scuola: per me le Scienze Naturali sono sempre state qualcosa di tangibile, di assimilabile attraverso il contatto diretto. Dall’inizio della mia attività lavorativa come docente gli studenti si sono accorti del mio approccio particolare ed innovativo nei confronti dello studio e della comprensione della biosfera e, molto spesso, mi hanno ripagato con la loro curiosità, il loro interesse e la crescente consapevolezza degli stretti rapporti di causa/effetto che legano la nostra specie ai fragili ecosistemi della Terra. Fatta eccezione per l’anno di prova, conclusosi nel 1999, ho svolto la mia attività di docente interamente presso l’Istituto Tecnico Nautico “San Giorgio”, rinominato successivamente Istituto Tecnico dei Trasporti e Logistica “Nautico San Giorgio”. Nei primi anni, operando in stretta collaborazione con gli altri insegnanti di Scienze Naturali e Chimica dell’istituto, mi sono impegnato considerevolmente nell’organizzazione del progetto “Scienze della Terra, del Cielo e del Mare”: per due settimane gli studenti si dimenticavano della loro classe ed affrontavano un ricco calendario di attività sul territorio, sia volte a conoscerne gli aspetti naturali e culturali, sia finalizzate all’orientamento nella scelta dell’indirizzo, attraverso visite nelle principali realtà marittime ed aeronautiche della Provincia di Genova. Un’evoluzione ulteriore fu rappresentata dal progetto “Per Mare e per Terra”, di cui sono stato promotore, in vigore dal 2007 ed interrotto soltanto per l’emergenza Covid-19: una settimana di attività sul campo nell’Isola di San Pietro (Sulcis-Iglesiente), scenario ideale per numerose attività laboratoriali finalizzate alla formazione ed all’orientamento; l’approccio prevalente parte dall’osservazione dei fenomeni naturali per condurre lo studente verso tematiche complesse come l’evoluzione del Cosmo e della Vita: nascita e vita delle stelle, il magmatismo effusivo e la conseguente geomorfologia, il manto vegetale sotto l’azione del mare e del vento, l’evoluzione parallela (impollinatori ed orchidee) e quella convergente (i Rettili dell’isola), il funzionamento e la biodiversità di una salina, il lavoro dei maestri d’ascia, la pesca dei tonni, il faro di Capo Sandalo. Fare “toccare con mano” il mondo naturale all’interno dell’istituto è certamente meno facile… in parte ci sono riuscito attraverso la realizzazione di una “Serra della Biodiversità” sul tetto dell’istituto, in un’area coperta da pannelli di vetro contenenti celle fotovoltaiche. La serra, in cui sono ospitate specie vegetali di tutti i continenti, le quali rappresentano un campione della biodiversità vegetale che ha profondamente cambiato la nostra vita per la fornitura di cibo, bevande, medicinali, tessuti e legnami pregiati, ci porta a riflettere sul numero incalcolabile di specie potenzialmente preziose per l’uomo che viene perso a causa della distruzione degli habitat naturali. Qui vengono anche prodotti campioni vegetali che possono essere utilizzati per attività di microscopia in classe, svolte con l’ausilio di un microscopio collegato alla LIM tramite telecamera a fibre ottiche. Per la trattazione delle tematiche di protezione della biodiversità – tema caro al nostro istituto, insieme a quello dello sviluppo sostenibile – da anni faccio ricorso a visite a progetti regionali finalizzati alla conservazione di habitat e specie minacciati, soprattutto al Progetto Emys, un programma di allevamento e ripopolamento della rara testuggine palustre ingauna che seguo personalmente da oltre 20 anni (https://emysliguria.wordpress.com/progetto-emys/). Chi, come il sottoscritto, insegna Astronomia e Geografia all’ITTL “Nautico San Giorgio”, ha l’enorme fortuna di poter ricorrere ad uno strumento didattico insostituibile per implementare la didattica delle lezioni frontali: il Planetario. Grazie alla padronanza delle enormi possibilità da esso offerte, le lezioni quasi si trasformano in notti stellate che permettono agli studenti, in un modo innovativo ed emotivamente coinvolgente, di visualizzare e memorizzare le innumerevoli conseguenze delle meccaniche celesti: dalle tecniche di orientamento alle stagioni, dalle costellazioni dello Zodiaco alle leggi di Keplero, dalle coordinate celesti alla Precessione degli Equinozi.
Descrizione di come è stata affrontata l’emergenza da COVID-19 con i propri studenti:: 
Abituato a “condurre per mano” gli studenti nell’esplorazione del cosmo e della biosfera, devo ammettere di essere stato messo a dura prova dai periodi in cui la didattica si è svolta esclusivamente a distanza. Le lezioni sono state svolte in modalità sincrona, cercando di coinvolgere il più possibile gli studenti attraverso la condivisione di filmati e presentazioni: una cura particolare è stata posta nella ricerca di filmati didatticamente efficaci e nella realizzazione di presentazioni caricate sulla piattaforma Moodle, spesso integrate con commenti sonori. Per alcuni moduli il coinvolgimento degli studenti è stato ottenuto con l’effettuazione di esperimenti casalinghi (ad esempio la germinazione di semi di legumi) presentati attraverso una relazione multimediale, oppure dallo svolgimento di lavori di gruppo, con cooperazione a distanza. Certamente si è trattato di un periodo difficile, ma anche stimolante: in particolare mi sono impegnato per migliorare le mie conoscenze sulle tecnologie indispensabili per la didattica a distanza, soprattutto per quanto concerne le possibilità di valutazione a distanza offerte da Moodle. L’efficacia è stata diversa a seconda della classe: I migliori risultati sono stati ottenuti laddove erano presenti elementi motivati e trainanti, che hanno fatto del loro meglio per assicurare la continuità del dialogo didattico. Al di là della didattica, ritengo che il ruolo della scuola e degli insegnanti in questi periodi tutt’altro che facili sia stato quello di fornire un supporto, un sostegno insostituibile in grado di dare certezze attraverso il voler garantire la continuità dell’azione didattica e formativa: “noi ci siamo”.
Descrivi la tua visione di educazione per il futuro: 
Penso che nel futuro la funzione dell’educatore non sarà significativamente differente dal contesto che viviamo oggi. Saranno invece diverse le tecnologie che ci troveremo ad affrontare ed utilizzare per rendere efficace ed incisivo l’importante ruolo dell’insegnante all’interno della società: stiamo procedendo verso una realtà in cui la classe sarà sempre più connessa con la comunità globale attraverso internet, una realtà in cui - soprattutto per le discipline scientifiche - il flusso delle conoscenze oggetto della lezione sarà in continuo aggiornamento, rendendo obsoleto l’utilizzo del libro di testo, così come lo intendiamo oggi. Parallelamente saranno progressivamente frantumati i confini fra le diverse discipline, fornendo i necessari presupposti per un approccio multidisciplinare. Inevitabilmente ai docenti sarà richiesto di ampliare e diversificare il bagaglio delle loro competenze, il che sarà possibile attraverso differenti procedure di selezione/assunzione ed interventi di formazione mirati. Per quanto mi riguarda, manterrò la convinzione che nessuna realtà virtuale possa sostituirsi completamente all’osservazione dei fenomeni naturali e alle emozioni che spesso ne derivano: nella mia esperienza di insegnante ho maturato la certezza che l’associazione di queste ultime al processo di apprendimento è la migliore garanzia della memorizzazione. Farò quindi del mio meglio per aprire la classe alla conoscenza del territorio ed intensificare i rapporti con esso: la scuola ha il compito di fornire agli studenti gli strumenti necessari per questo processo, il cui indispensabile catalizzatore è l’insegnante.