LUISA LENTA

Nome della scuola: 
IC CODOGNO- SCUOLA PRIMARIA SAN BIAGIO
Città: 
CODOGNO
Regione: 
Lombardia
Disciplina/e Insegnata: 
MATEMATICA,SCIENZE,INGLESE, ARTE,TECONOLOGIA, ED. MOTORIA
Descrivere la propria storia di educatore, di impegno, innovazione e determinazione legata al proprio contesto scolastico: : 
Sono sempre stata una persona creativa, solare, open-minded, curiosa, che cerca di veder il bicchiere mezzo pieno, sportiva, amante della natura e aperta al nuovo senza paura o pregiudizi. Dopo la laurea in lingue e varie esperienze in tutti gli ordini di scuola sono entrata di ruolo nel 1991 nella scuola dell’infanzia. Già, perchè di concorsi per le superiori, a quel tempo non ne facevano più. Che dire? E’ stata la mia fortuna, perché l’esperienza decennale in quell’ordine mi ha permesso di costruire e sperimentare “il mio modo di fare scuola” e di diventare quello che oggi sono: una insegnante di scuola primaria ancora innamorata del lavoro che fa, sempre in cerca di nuove idee, sempre pronta a mettersi in discussione, a sperimentare, a condividere, a mettere le mani in pasta assieme ai propri alunni, a non arrendersi davanti ai no e alle chiusure incontrate. A non accettare il “si è sempre fatto così”, “queste sono le schede e le verifiche del ciclo scorso…vanno ancora benissimo!” Ho cercato di “non pestare i piedi a nessuno”, ma nello stesso tempo ho inseguito i miei Sogni e cercato di mettere in pratica le mie convinzioni. Nel 2015 sono entrata nella comunità eTwinning, unica nel mio grande istituto Comprensivo. Poi, a poco poco sono riuscita a trascinare col mio entusiasmo altre colleghe e dopo soli 4 anni la mia scuola ha ottenuto il riconoscimento di Scuola Etwinning. Ma non mi bastava…ho cercato alleanze e grazie ad alcuni partners di eTwinning, diventati col tempo grandi amici, ho portato anche i progetti Erasmus a scuola. Siamo ormai al nostro quarto progetto! Che soddisfazione ed emozione la prima mobilità. E ogni volta è una grande esperienza di vita oltre che arricchimento professionale! Ma non mi sono fermata. Con una collega ci siamo rimesse nuovamente in gioco e abbiamo iniziato a fare Coding , partecipando anche alla Summer School di Urbino nel 2018. Da due…siamo diventate tante a sperimentare attività di coding in classe. E legato a questo ho cercato e ottenuto fondi per organizzare un nuovo percorso di aggiornamento sulla didattica laboratoriale della matematica con formatori eccellenti. Da anni lo stavo già sperimentando e mi stavo formando a mie spese: una didattica più laboratoriale, attenta ai processi, che fosse anche un learning by doing and playing, utilizzando artefatti e materiali diversi dai soliti, ma volevo “contagiare” anche altre colleghe. Due anni fa, in tempi non sospetti ho iniziato a proporre alla mia dirigente e alle mie amiche/colleghe più affini l’idea di provare ad uscire sempre più fuori dall’aula, per promuovere una didattica laboratoriale outdoor. Poi è arrivato il Covid-19. Quando il 21 febbraio abbiamo dovuto “fuggire da scuola in fretta e furia” appena dopo pranzo, non mi sarei mai immaginata cosa sarebbe successo. Di certo siamo diventati famosi: Codogno prima zona rossa assieme a Vò. Cento giorni di lock down, in cui tutto è stato stravolto, tutto ha dovuto essere ripensato. Ma neanche questo mi ha fermato. Fin da subito ho ricevuto numerosi messaggi, telefonate, mail dagli amici etwinners da tutta Europa e una idea ha cominciato a frullarmi in testa. Mi sono data da fare per cercare di mantenere vivo lo stile di didattica interattiva e laboratoriale anche a distanza. E’stato molto difficile all’inizio perché nessuno di noi era preparato a questo cambio epocale del modo di fare scuola utilizzando il digitale e per di più a distanza con alunni molto piccoli
Descrizione di come è stata affrontata l’emergenza da COVID-19 con i propri studenti:: 
Durante l’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 ho messo in campo tutte le mie forze, ho mantenuto i contatti con i miei alunni sin dalla domenica con video messaggi per far sentire la mia vicinanza, per rassicurarli. E per tenerli impegnati e sereni ho creato un progetto eTwinning speciale “THE RED ZONE: ISOLATED BUT CONNECTED”. In breve più di 50 docenti di tutta Europa, di 17 nazioni diverse per un totale di 25 classi, famiglie e comunità si sono uniti per aiutarsi e sostenersi a vicenda in questo grave momento. E’ stato un progetto che è diventato famoso ed ha avuto grande risonanza, pur essendo semplice e realizzabile da tutti. Ha contribuito enormemente a creare un atteggiamento positivo e relisiente, un’isola felice in mezzo a tanta sofferenza. Le difficoltà non sono mancate: connessioni assenti o deboli, devices condivisi con più fratelli, inesperienza nella gestione delle app o piattaforme utilizzate,…tutti abbiamo dovuto imparare strada facendo. Ma l’importante era tenere le mani impegnate per tenere testa e cuore sereni (di alunni e famiglie). DIY, riciclo, gardening, arte e creatività sono stati il pane quotidiano che hanno supportato il lavoro di quei mesi. E alla fine, siamo arrivati a giugno con la certezza di essere stati capaci di trasformare qualcosa di estremamente negativo in positivo e di non esserci lasciati abbattere o fermare.
Descrivi la tua visione di educazione per il futuro: 
La pandemia ha avuto conseguenze su tutto e su tutti, in un modo o nell’altro. Io ho sempre creduto e sostenuto fin dall’inizio che la Didattica a Distanza non dovesse diventare “la lezione tradizionale online” senza alcuna modifica. Sarebbe stata la morte di tutto quello che avevo sperimentato fino ad allora. Ciascuno di noi (insegnanti e alunni) ha dovuto mettersi in gioco, sperimentare, crescere come comunità educante e resiliente. La creatività, la condivisione e l’interazione, laddove sono state valorizzate, hanno dato risultati eccellenti. Io credo da sempre nell’importanza di costruire una scuola fortemente inclusiva ed aperta all’Europa. Una scuola che aiuti le nuove generazioni ad essere preparate per il futuro che le aspetta e soprattutto a diventare persone che sappiano pensare con la propria testa. Che non si arrendano davanti al primo ostacolo. Che rispettino il pianeta e abbiano una sensibilità “green” maggiore di chi li ha preceduti. . Il covid mi ha dato l’opportunità di portare una nuova significativa svolta nella mia didattica e nel mio istituto : l’adesione alla rete di Scuole all’Aperto e iniziare la sperimentazione OUTDOOR. Da settembre ho contribuito alla realizzazione di un’aula verde nel giardino della mia scuola, ho implementato la didattica all’aperto, e ho deciso di rimettermi in gioco. Mi sono iscritta ad un master sull’Outdoor che partirà a novembre e non vedo l’ora di iniziare. Sì, perché credo nel long life learning, credo che ogni insegnante non debba mai considerarsi “arrivato”, e che ci sia sempre qualcosa da imparare (anche dai nostri alunni piccoli o grandi che siano!). Mi piacciono le sfide educative, le opportunità di crescita, le “occasioni speciali” che ti permettono di allargare gli orizzonti e di conoscere persone e realtà nuove. Adoro andare in montagna, scalare nuove cime e ripartire per nuove avventure. Cerco di trasmettere anche questo ai miei alunni e che insieme, fatiche e crisi, si affrontano e risolvono molto meglio. E appena posso, con le loro famiglie organizzo gite in ambiente. Ci divertiamo un sacco e impariamo tantissimo. Insieme è più bello.