Disciplina/e Insegnata:
Informatica e Gestione Progetto
Descrivere la propria storia di educatore, di impegno, innovazione e determinazione legata al proprio contesto scolastico: :
Mi sono laureato a 24 anni, in ingegneria informatica al politecnico di Torino, ho iniziato subito a lavorare come programmatore in una Software House. Ho iniziato a insegnare in vari corsi tecnici, e proprio in questo momento ho capito la mia passione nel trasmettere agli altri delle conoscenze e abilità acquisite nel mio lavoro.
Ho deciso di approfondire le mie conoscenze nelle materie didattiche, pedagogiche e psicologiche e mi sono iscritto al corso di laurea presso la scuola di specializzazione per gli insegnanti, e da quel momento (correva l’anno 2006) in poi la mia vita si è divisa sempre tra consulenze in azienda e docenze in istituti pubblici e privati. Nel 2014 sono stato assunto in ruolo, e fra le varie scelte ho letto il nome dell’istituto dove avevo trascorso 5 anni indimenticabili della mia adolescenza, ho capito subito che fosse il destino e non potevo scegliere altra scuola, ho lasciato il lavoro da Manager a Milano e dopo 19 anni con forti emozioni e con una nuova sfida nel cassetto, ho varcato quella porta da docente, un attimo dopo ho capito che la mia vita da quel momento sarebbe cambiata dedicandomi esclusivamente agli alunni.
Credo in questi anni di essere riuscito a dare un contributo eccezionale alla professione, la mia idea cercare di ridurre quel gap esistente tra la scuola e il mondo del lavoro, e far toccare con mano attraverso una didattica delle competenze che integra i contenuti scolastici tradizionali, ad una nuova cultura dell’insegnamento flessibile e innovativo.
Ricoprendo per tanti anni la veste di manager aziendale e docente sia nel settore privato (ai dipendenti e manager), e pubblico (ai ragazzi della scuola superiore), la mia idea è quella di rendere la didattica più vicina possibile alle vere esigenze delle aziende. In particolare cerco di struttura i vari argomenti con l’obiettivo di realizzare un vero progetto, dove i ragazzi sono costituiti in aziende e con ruoli definiti, dividendosi il lavoro in team gestito tramite il cooperative learnig e l’approfondimento dei vari argomenti sono affrontati simulando le stesse dinamiche aziendali associate a metodologie didattica della Flipped Classroom, tenendo il tutto fortemente saldato e oleato grazie all’uso della metodologia del project management, ogni gruppo deve pianificazione, monitorare e controllare il lavoro per riuscire a completare il tutto nei tempi prestabiliti.
Ogni giorno ci sono sempre sfide nuove, ma il mio primo obiettivo è quello di dare la possibilità a tutti di esprimere il meglio di loro stessi, grazie a questa esperienza didattica, ogni studente si rende protagonista del proprio sapere. Sono riuscito a recuperare ragazzi che tutti ritenevano non idonei al percorso scolastico, riporto alcune frasi impresse nella mia mente “Prof. la prima volta che presento un lavoro fatto da me ad un docente” “Con gli altri Prof. non intervengo mai nella discussione, lei riesce a spronarmi e fare emergere il meglio di me”, e tante altre.
In questi anni ho ottenuto tanti riconoscimenti e premi nazionali e internazionali, ma se dovessi scegliere un risultato, arriva dai ragazzi con le loro difficoltà, e soprattutto riuscire a far aumentare in loro la passione nel mettersi in gioco nel cercare la bussola della loro via, e tu sei l’artefice di questo cambiamento, visto da tutti i colleghi impossibile.
Secondo me, il docente deve essere un leader in grado di guidare e far emergere le vere qualità nascoste dei propri studenti per farle brillare.
Lo scorso anno sono stato nominato coordinatore dell’indirizzo informatico, sono riuscito quasi a triplicare gli iscritti, numeri mai ottenuti nella storia dell’istituto, la comunità in cui vivo ha valutato positivamente la grande innovazione didattica che sto apportando.
Sono stato selezionato per una cattedra per il dipartimento di Ingegneria dell’innovazione presso l’Università del Salento, riconoscendo la possibilità di ripetere questa esperienza nel mondo Accademico.
Sono stato inserito da JA Italia nella lista degli Expert Teachers, per formare i docenti imprenditivi Italiani.
Sono stato invitato a partecipare al primo "Speed dating" virtuale con altri docenti italiani premiati alla BIZ Factory 2020 e docenti svedesi interessati ad attivare progettualità di respiro internazionale, con l’obiettivo di capire se questa esperienza può essere ripetuta e proposta in futuro a tutta la community di docenti imprenditivi JA nel mondo.
Questo mio contributo didattico è stato selezionato come migliore progetto innovativo Nazionale per le scuole superiori rappresentando l’Italia alla “CHINA INTERNATIONAL IMPORT EXPO” a Shanghai, ho relazionato personalmente l’esperienza alla comunità Cinese e Mongola.
Naturalmente il risultato che mi prefiggo è sempre quello di ottenere il massimo da tutto quello che faccio, come afferma in un discorso di Steve Job, “Siate Affamati, Siate Folli”, bisogna essere folli di dover innovare e affamati nel migliorare sempre e di accettare le nuove sfide.
Descrizione di come è stata affrontata l’emergenza da COVID-19 con i propri studenti::
La pandemia COVID-19 ha messo a dura prova noi docenti e gli studenti. Da oltre 10 anni utilizzo varie piattaforme di learning con i ragazzi, ma non ero mai soddisfatto delle varie funzioni che offrivano. Nel 2013 ho creato “https://www.salvatoremancarella.it/lessonto”, una mia piattaforma di learning partendo dal progetto open source “chamilo.org/” e adattandola alle varie esigenze della vita quotidiana del docente. Il vero cambiamento è stato l’approccio con i ragazzi a livello psicologico e morale, ho modificare il curriculum per rendere le lezioni più interessanti e accattivante con l’utilizzo di varie piattaforme di apprendimento collaborative (kahoot, trello, sites, Jamborad, GSuite, Zoom, Teams, learningapps, blendspace, ed altre) .
Ho aiutato anche colleghi con maggiore difficoltà, organizzando corsi sull’utilizzo delle piattaforme di learning e di video lezione, e in tanti casi anche supporto individuale, con l'obiettivo di colmare il gap tecnologico. Da anni divulgare l’importanza della tecnologia come supporto alla didattica e come fattore chiave di innovazione, ma solo costretti da una pandemia, abbiamo avuto questo cambiamento radicale, naturalmente occorre fare ancora tanto, ma è sicuramente un buon inizio.
In questo momento difficile, non ho mollato, anzi è stato uno stimolo al miglioramento per affrontare con i ragazzi le varie sfide, in particolare grazie agli incontri on-line, siamo riusciti ad eliminare il problema del trasporto, del luogo fisico e soprattutto degli orari collegati alle attività scolastiche, e grazie a questo duro e costante lavoro siamo riusciti ad accedere alla finale Mondiale del prestigioso premio per l’innovazione digitale “#BNY Mellon Digital Innovation Award”.
Questa mia esperienza di successo didattico, mi ha permesso di arrivare all’interview con Varkey Foundation, ultimo step della candidatura del Premio Nobel dei docenti, significa essere inserito nella TOP 80 tra oltre 10.000 docenti al mondo.
Descrivi la tua visione di educazione per il futuro:
IISS Salvemini di Alessano è l’ultima scuola superiore di 2° grado del sud della Puglia. Il territorio di riferimento è caratterizzato da un’economia prevalentemente agricola e turistica e dalla presenza di piccole imprese private. Il settore turistico rappresenta per il sistema socio economico locale uno dei principali fattori di competitività, ma ridotto solo al periodo estivo. Persistono, tuttavia, problemi strutturali e carenze di risorse a cui si associano resistenze culturali spesso troppo radicate. La disoccupazione è molto elevata e i giovani sono coloro che presentano maggiori difficoltà di inserimento nel lavoro. La maggioranza di loro al termine del percorso di studi emigra in altre regioni italiane o all’estero. Progressivamente un nuovo rapporto tra impresa e territorio si sta però affermando, grazie alle nuove tecnologie ed alle nuove tecniche di gestione. Naturalmente il cambiamento deve coinvolgere tutti e la Scuola in primo piano può avere un ruolo determinante nel sostenere i processi di innovazione. Ma per fare questo occorrono risorse finanziarie e la volontà dei singoli per realizzare i vari progetti.
In un contesto socio-economico globale, con un forte sguardo a quello locale, la mia idea è quella di affiancare lo studente nell’adozione di una didattica delle competenze che integra e completa i contenuti scolastici tradizionali, trasferendo una nuova cultura dell’insegnamento flessibile, innovativa, che si ispira alle migliori esperienze internazionali ma soprattutto collegate al tessuto economico circostante. Solo in questo modo, la scuola non solo può accompagnare più adeguatamente i suoi studenti nella transizione dallo studio al lavoro, ma li ispira ad alzare lo sguardo, avere più ambizioni, speranze, autonomia di giudizio, intraprendenza.
L’imprenditorialità e le competenze ad essa associate sono infatti da anni al centro del dibattito politico ed economico europeo, in quanto considerati fattori chiave necessari per risolvere elementi strutturali della crisi economica quali la disoccupazione giovanile e lo skill gap, diffondere l’innovazione e facilitare lo sviluppo di una nuova società che ponga i giovani al centro e dia spazio alle loro capacità di visione e creatività.
I cambiamenti del mercato e delle professioni richiedono una costante ridefinizione e aggiornamento delle proprie abilità e, insieme, strategie di educazione più consone alle esigenze attuali e future del mondo del lavoro.
Dal contesto in cui vivo, nasce la mia visione di educazione, che mira a ridurre questo divario tra il mondo imprenditoriale e scuola. Due treni che dovrebbero andare sullo stesso binario per raggiungere il fine comune, ma che attualmente viaggiano in direzioni differenti.
Gli imprenditori cercano ragazzi da assumere con determinate competenze e conoscenze invece la scuola forma studenti non appetibili dal mercato, secondo me questa è una delle ragioni che porta all’aumento della disoccupazione giovanile. Anche nel mio piccolo abbiamo varie richieste dalle aziende locali ma non riusciamo come scuola a soddisfare tale richiesta.
La mia visione dell’educazione per il futuro cercare di ridurre questo divario, in primis la scuola e il mondo del lavoro devono viaggiare sullo stesso binario.
Quindi bisogna trovare le ragioni pedagogiche che sospingono motivano e declinano un variegato insieme di attività didattiche rivolte a giovani allievi allo scopo di sollecitare
• conoscenze,
• abilità ed esperienze per la crescita di vere e proprie competenze da spendere a vantaggio di un sapere che possa configurarsi come un saper agire con spirito d’iniziativa e con efficacia operativa non diversa da quella desiderabile in un imprenditore che voglia e sappia vincere le sfide che la sua situazione professionale gli prospetta.
Proprio per questo la mia azione è sull’educazione imprenditiva, perché il focus non è di per sé l’azione nell’impresa, ma la formazione, anzi, l’educazione di una speciale caratteristica personale che coinvolge l’universo personale e non soltanto ciò che dalla persona si sporge verso il mondo del lavoro.
È evidente la vicinanza e la intersezione semantica fra i due concetti - imprenditività e imprenditorialità- ma la distinzione giova sia all’analisi pedagogica che all’articolazione didattica e comunque alle proposte orientate verso l’agire professionale degli insegnanti e degli educatori, rivolte alla formazione degli alunni.
La mia visione di educazione per il futuro è quella di sviluppare tale competenze con una metodologia pratica ed esperienziale, oltre ad appassionare maggiormente gli studenti, consentono di acquisire quelle competenze "soft" che determinano, ad esempio, una maggiore consapevolezza delle proprie scelte e dei giudizi.
Questo approccio aiuta a sviluppare anche competenze imprenditoriali come l’assunzione del rischio public speaking team working il lavorare per obiettivi, ed altre.