Le parole allo schermo

Tipologia dell'ente/Kind of organization: 
Istituto Comprensivo
Nome dell'ente che lo ha realizzato/Organization-institute presenting the project: 
IC Rita Levi Montalcini, Civitella-Torricella (TE)
Regione/Region: 
Abruzzo
Paese/ Country: 
Italy
Città/City: 
Civitella-Torricella
Descrizione del progetto/Describe the project : 
Piano Estate 2021 IC Rita Levi Montalcini plesso di Civitella del Tronto (TE) 5^ classe scuola primaria, 1^-2^-3^ classi secondaria di primo grado Docente esperto: Elisabetta L’Innocente Tutor: Giada Marziale Le parole allo schermo L'esperienza è stata un percorso di conoscenza, interpretazione e narrazione in chiave immaginifica della cultura locale e del suo patrimonio espressivo, attraverso il linguaggio audiovisivo. Inclusività, partecipazione attiva all'esperienza e creatività hanno connotato la ricerca e la realizzazione di un film breve, condiviso in una sala cinematografica come evento finale con i familiari. 21 tra ragazzi ragazze- di età e classi differenti- divisi autonomamente e casualmente in piccoli gruppi, hanno ricevuto un titolo da sviluppare sia come sceneggiatura che come regia. I gruppi hanno condiviso, discusso ed elaborato anche le fasi del montaggio audio-video. La scuola ha fornito i device utili alle riprese e al montaggio. il territorio, la comunità e tutti gli attori esterni-quali ad esempio il piccolo museo del borgo-sono stati parte integrante della narrazione, come in un unico paesaggio educativo. Abstract Il cinema a scuola come linguaggio inclusivo. Audiovisivi nei contesti educativi e formativi del primo ciclo* L’uso degli audiovisivi nell’educazione e nella formazione ha una storia lunga un secolo. E’ infatti a partire dagli inizi del novecento, parallelamente all’affermarsi dell’industria cinematografica, che si diffonde l’uso dei film come strumenti didattici. Già nel 1910 viene pubblicato a Chicago il “Catalogue of Educational Motion Pictures Film” che comprende una selezione di oltre mille titoli ad uso delle scuole, divisi per discipline. Il catalogo è stampato con una copertina che riporta il motto “disce videndo”, impara guardando, ed è significativamente dedicato a Thomas Edison, celebre inventore e imprenditore che da subito mostrò un vivo entusiasmo per le potenzialità dei nuovi media, tanto da dichiarare, in un’intervista del 1913: “i libri diventeranno presto obsoleti nelle scuole pubbliche. Gli alunni impareranno attraverso i loro occhi. E’ possibile insegnare ogni branca del sapere umano con l'aiuto dei film. Il nostro sistema scolastico cambierà radicalmente da qui a dieci anni”. La profezia di Edison non si avvererà mai del tutto ma nel corso del novecento l’approccio all’insegnamento/apprendimento noto come “visual education” continuerà ad affermarsi, un successo a cui non è estraneo il contemporaneo e rapidissimo sviluppo tecnologico. Negli ultimi anni la digitalizzazione e la pubblicazione in rete di archivi pubblici o privati ha reso accessibile a un pubblico allargato un ingente patrimonio di rilevante valore storico culturale, patrimonio che si va arricchendo anche grazie al contributo degli utenti, reso possibile dallo sviluppo del cosiddetto web 2.0. Apprendere e insegnare con le immagini L’uso dei materiali audiovisivi ha conosciuto una crescente fortuna in ambito formativo e didattico: i film e altre opere cinematografiche, televisive o digitali sono abitualmente utilizzate per attivare il gruppo in formazione sugli argomenti trattati, per proporre studi di caso o approfondimenti, per illustrare in modo concreto dei concetti astratti, per stimolare una riflessione su atteggiamenti e valori. La visione di opere narrative, in particolare, agisce oltre che sulla componente cognitiva dell’apprendimento anche su aspetti di natura emotiva, consentendo di assumere prospettive diverse da quelle abituali, di ripensare la realtà, di entrare in contatto, grazie a meccanismi di transfert, con elementi rimossi o poco accessibili alla coscienza. La natura simbolica e allusiva del linguaggio cinematografico, la sua natura ibrida fatta di codici espressivi diversi, la ricchezza e la immersività dell’esperienza che si accompagnano alla visione di un film possono agire come catalizzatori del cambiamento, stimolando la capacità di pensare in modo creativo e divergente. In sintesi il cinema e in generale la produzione audiovisiva, come argomentato dai lavori ormai divenuti classici di Filippo De Sanctis, sono dei mediatori di grande efficacia nella didattica, nella formazione degli adulti e nell’educazione permanente, degli strumenti che ci aiutano a ampliare l’orizzonte del già noto, a porci interrogativi, a individuare problemi e soluzioni. Non da ultimo le fonti audiovisive costituiscono un prezioso patrimonio per la ricerca storiografica che abbia per oggetto la scuola, la pedagogia e l’infanzia attraverso le loro rappresentazioni e il riflesso di queste ultime sulla memoria culturale collettiva. *La scuola allo schermo INDIRE Piccole Scuole https://piccolescuole.indire.it/iniziative/la-scuola-allo-schermo/ Problemi per l’avvio del processo di apprendimento: STATO DELL'ARTE Come si può raccontare il posto in cui si abita? Quali suggestioni? Quante e quali memorie vi abitano? Si può fare un film con un dispositivo? Si può parlare con le immagini? Quali emozioni ci saranno negli occhi di chi filma e di chi guarda? Il montaggio è un altro linguaggio? Promuovere la conoscenza dell'Agenda 2030 e dei suoi obiettivi strategici attraverso lo studio e l'analisi della sua genesi, dei suoi sviluppi e delle diverse applicazioni pratiche, con un particolare focus sull'Obiettivo 11: Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi... Si può fare un film con dispositivo? Posso raccontare il mio presente e conservarlo? Ciò che viviamo è replicabile? È Già accaduto in passato? Il digital storytelling prevede una tecnica narrativa che utilizza gli strumenti digitali dando la possibilità di unire diversi tipi di materiale: testi, immagini, video, ecc.. Il focus principale si centra sulle attività linguistiche e storiche, con la creazione di racconti multimediali che hanno la prerogativa di sviluppare capacità di scrittura e di espressione orale, abilità tecnologiche e sensibilità artistica, sviluppando l’approccio al pensiero computazionale. Modalità di verifica degli apprendimenti: Autobiografia cognitiva (interattiva attivata attraverso sondaggio app mentimeter,kahoot,moduli di google...) verifica in itinere attraverso un’autovalutazione verifica sommativa del lavoro di gruppo per il compito autentico (gruppi e sottogruppi decisi autonomamente) Fasi e tempi 5 luglio-16 luglio 2021 key words memoria ecosistema digitalizzazione cinema patrimonio luoghi-spazi-storie ricerca-azione sperimentazione laboratorio verticalità trasversalità multidisciplinarità transdisicplinarità paesaggio educativo ambiente di apprendimento allargato terzo spazio mediale 0. Chi. Conoscenza dei gruppi. 1. Cosa. Scelta del set d'aula. 2. Come. Creazione e condivisone di gruppi e sottogruppi per le attività . Sceneggiatura creativa e collaborativa. Autovalutazione. 3. Dove. Riprese sul territorio. 4. Perché. Sessione di monitoraggio - teoria e pratica. 5. Quando. Visione e condivisione dei piccoli film sul grande schermo (MULTISALA CINEMA SMERALDO, organizzazione di una proiezione privata e familiare). Feedback.
Link al video di presentazione/Link to the presentation video: 
https://www.youtube.com/watch?v=seJ_8usCBLo
Categoria del progetto/Project category : 
Educazione fino ai 15 anni/Up to 15 years
Uso delle tecnologie / Use of technologies: 
Apprendere e insegnare con le immagini * L’uso dei materiali audiovisivi ha conosciuto una crescente fortuna in ambito formativo e didattico: i film e altre opere cinematografiche, televisive o digitali sono abitualmente utilizzate per attivare il gruppo in formazione sugli argomenti trattati, per proporre studi di caso o approfondimenti, per illustrare in modo concreto dei concetti astratti, per stimolare una riflessione su atteggiamenti e valori. La visione di opere narrative, in particolare, agisce oltre che sulla componente cognitiva dell’apprendimento anche su aspetti di natura emotiva, consentendo di assumere prospettive diverse da quelle abituali, di ripensare la realtà, di entrare in contatto, grazie a meccanismi di transfert, con elementi rimossi o poco accessibili alla coscienza. La natura simbolica e allusiva del linguaggio cinematografico, la sua natura ibrida fatta di codici espressivi diversi, la ricchezza e la immersività dell’esperienza che si accompagnano alla visione di un film possono agire come catalizzatori del cambiamento, stimolando la capacità di pensare in modo creativo e divergente. In sintesi il cinema e in generale la produzione audiovisiva, come argomentato dai lavori ormai divenuti classici di Filippo De Sanctis, sono dei mediatori di grande efficacia nella didattica, nella formazione degli adulti e nell’educazione permanente, degli strumenti che ci aiutano a ampliare l’orizzonte del già noto, a porci interrogativi, a individuare problemi e soluzioni. Non da ultimo le fonti audiovisive costituiscono un prezioso patrimonio per la ricerca storiografica che abbia per oggetto la scuola, la pedagogia e l’infanzia attraverso le loro rappresentazioni e il riflesso di queste ultime sulla memoria culturale collettiva. Pensare l’educazione ai media ** “I media e i loro contenuti sono [...] vie d'accesso a mondi in comune localmente condivisi” scrive Letizia Caronia in un saggio. E’ fondamentale infatti il riferimento “locale”: ogni gruppo-classe crea giochi, ruoli, riti, storie, valorizza personaggi e prodotti. Non sempre il panorama proposto dai media viene riproposto e riutilizzato nelle classi allo stesso modo: solo una lettura precisa e attenta, calata su quel gruppo di bambini, potrà fornire indicazioni specifiche per l'attività laboratoriale. L’aumento esponenziale dei contenuti dovuto, ad esempio, ad internet e ai canali digitali rende ancora più necessario capire cosa entra nei consumi individuali e collettivi. Occorre disegnare una mappa di storie, personaggi, musiche, contenuti che in un dato momento sono parte del vissuto dei bambini e delle bambine con le quali intendiamo lavorare. Condividiamo con Letizia Caronia che “non sono i media in sé a essere componenti salienti della cultura quotidiana, ma il fatto che essi vengono per così dire catturati da pratiche comunicative. I media e le rappresentazioni del mondo che essi propongono si offrono come oggetti culturali possibili, porzioni di mondo suscettibili di diventare parte del mondo sociale, intendendo con questo il mondo quale è costruito e decostruito attraverso l'interazione quotidiana. Ma l'ingresso non è scontato: perché ciò avvenga essi devono divenire oggetti di discorso oppure focus di un'attenzione condivisa, vettori o mediatori di azioni congiunte tra attori sociali”. Note bibliografiche-sitografiche *La scuola allo schermo INDIRE Piccole Scuole https://piccolescuole.indire.it/iniziative/la-scuola-allo-schermo/ ** Caronia L., La socializzazione ai media, Guerini, Milano, 2002, p. 14. in QUADERNO DI EDUCAZIONE AI MEDIA L’esperienza del Corecom Emilia-Romagna A cura di Rossella Tirotta e Alessandra Falconi,2012
Indicare gli elementi di innovazione del progetto / What are the innovative aspects of the project?: 
Come posso sognare qualcosa che non so neppure immaginare? Le risorse principali di un territorio sono le persone, le conoscenze e le competenze di cui sono portatrici. Per questo, un processo sviluppo delle risorse culturali efficace non può prescindere dal coinvolgimento attivo della persone, delle comunità che in quel territorio vivono. Ecco che allora progettare cultura significa sviluppare idee e valori, riscoprire la memoria, conservarla e digitalizzarla (Convenzione di faro art.2) La sostenibilità nella progettazione è una parola chiave, perché è fondamentale che i progetti durino e inizino dai giovani e dal territorio. Dunque coesione, scoperta, ricerca, inclusione e comunità uniti alle nuove tecnologie e ai nuovi linguaggi hanno contribuito alla realizzazione di un piccolo film come punto di partenza per tessere nuovi pensieri e immaginare nuovi scenari. Scoprire-dopo un tempo sospeso a causa della pandemia in corso- uno spazio da conservare, da digitalizzare affinché non scompaia e diventi addirittura un sentimento iconico da mostrare. Un film che (di) mostri, senza pretesa di mezzi produttivi, come la periferia possa essere poesia e l’essere periferici possa essere un valore aggiunto. Una sceneggiatura come una nuova interlingua, nel paesaggio educativo delle nuove generazioni. Poter comprendere e conoscere un luogo, la sua memoria, (ri)pensarlo, (ri)abitarlo e (ri)filmarlo per non perderne traccia e per (ri)disegnarne i contorni, specie dopo ciò che è stato, poichè il territorio ed i soggetti in oggetto sono stati interessati nell'ultimo decennio da frane, smottamenti, cataclismi, terremoti e spopolamento. Conservare, allora, un’immagine, (ri)strutturarla e condividerla con mezzi ecosostenibili quali un semplice dispositivo diviene, dunque, un uso consapevole delle fonti e dei mezzi. Così da inventare di nuovo ciò che si ha bisogno di immaginare. Di sognare.
Con quanti utenti interagisce il progetto?/How many users does the project interact with? : 
Durante le varie fasi del progetto abbiamo interagito con la scuola, con le famiglie, con la comunità ed il territorio con i suoi attori esterni ed i suoi spazi. Tutta la comunità educante è il set del progetto stesso.
Di quali mezzi o canali si avvale il progetto?/Which media or channels does the project use?: 
Per una grammatica sentimentale delle immagini* Ideare un progetto di Media Education a scuola deve tener conto di questioni etiche e morali legate, intrinsecamente, proprio al concetto di media. in un'ideazione di questo tipo sono stati privilegiati, quei temi e a quelle situazioni, capaci di generare una carica emotiva, grazie agli elementi 'narrativi' della quotidianità. Temi del viaggio e dell’avventura, situazioni che danno vita a sfide e complicità all’interno del gruppo privilegiando l’azione rispetto alla parola, tenendo aperti tutti i canali espressivi, passando dalla prescrittività all’esemplarità. Offrire esperienze individuali o collettive partendo sempre dal desiderio, cercando di intercettare alcune domande interessanti per lo studente per collocarle in una comunità-classe che può discuterle, problematizzarle, chiarirle attraverso un costante lavoro che mette in gioco parti diverse di sé (aspetti cognitivi ed affettivi), che permette allo studente di cercare, insieme agli altri, sia di puntualizzare le domande, sia di camminare verso le risposte. “il video è uno strumento e un dispositivo particolarmente utile per la sua capacità di mettere in luce i conflitti con se stessi e con gli altri. Questo strumento, a volte filtro di emozioni o prolungamento di uno sguardo, permette all’alunno di utilizzarlo come un oggetto di rassicurazione e per mettere in campo strategie dialettiche di apertura e chiusura, ben protetti dall’occhio della telecamera. […] Il video, ma possiamo tranquillamente estendere il principio ai media in generale, può allora essere un dispositivo di rimotivazione capace di cambiare un’attitudine scolastica negativa a condizione però che sia messo al servizio di un progetto educativo”, scrive Anne Eriksen-Terzian in Les jeunes et les médias, L’Harmattan, Parigi 2002, p. 66. Le attività di educazione ai media devono essere destinate a tutti i cittadini (bambini, giovani, adulti, anziani, persone disabili) e avere come obiettivi “l’utilizzo competente e creativo dei mezzi di comunicazione e dei rispettivi contenuti, l’analisi critica dei prodotti mediatici, la comprensione del funzionamento dell’industria dei media e la produzione autonoma di contenuti mediatici", così recita la Risoluzione del Parlamento europeo del 16 dicembre 2008 sull’alfabetizzazione mediatica nell’ambiente digitale. Viene inoltre promosso l’apprendimento collaborativo, che può essere senz’altro stimolato e favorito dalla presenza degli strumenti digitali: si richiama esplicitamente l’importanza della “dimensione sociale dell’apprendimento”, alla quale viene associato l’utilizzo delle “nuove tecnologie che permettono agli alunni di operare insieme per costruire nuove conoscenze, ad esempio attraverso ricerche sul web e per corrispondere con coetanei anche di altri paesi”. Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione. 2012,pag.20. Note bibliografiche-sitografiche * QUADERNO DI EDUCAZIONE AI MEDIA L’esperienza del Corecom Emilia-Romagna A cura di Rossella Tirotta e Alessandra Falconi,2012
Il progetto è già stato replicato? /Has the project already been replicated? : 
In animo c'è che il progetto venga replicato dopo averlo rimodulato e declinato per ordini e gradi diversi, in un'ottica verticale e trasversale soprattutto delle discipline.
Quali sono le aspettative future?/What are future expectations?: 
«Se tu hai una mela e io ho una mela e ce le scambiamo, allora tu e io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un’idea e io ho un’idea e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.» G.B. Shaw La buona prassi dell'uso del linguaggio audiovisivo, declinata sotto vari aspetti ed estesa a tutte le discipline, vorrà essere un laboratorio in fieri per tutto il primo ciclo, a partire dalla scuola dell'infanzia. Promuovendo così i concetti chiave di cittadinanza attiva digitale, consapevole e permanente sin dalla prima infanzia.
Allegati/Attachments: 
Durata progetto/project duration: 
10 GIORNI
Risultati ottenuti/Results: 
Traguardi di competenza multidisciplinari per il primo ciclo: .Dal testo all’ipertesto. Dalla sceneggiatura, allo storyboard, al video -capacità di osservazione critica di un qualsiasi linguaggio audiovisivo -capacità di trasformazione del linguaggio verbale in un linguaggio visivo °sviluppare le strategie di interazione adeguate a portare a termine il compito, rispettando il turno di parola °sensibilizzare alla relatività, anche del proprio sistema culturale ° sensibilizzare il senso critico e l’approccio alla cittadinanza attiva e digitale °comprendere le emozioni ed empatizzare La realizzazione di un film attiva una serie di processi fondamentali ed imprescindibili alle competenze sociali e civiche. La pianificazione della sceneggiatura e la sua traduzione per immagini ha avuto bisogno di una discreta capacità di problem solving; c'era bisogno di realizzare- con l'uso di un device- un'idea nata dall'immaginario individuale o collettivo. Ogni progetto presentava una serie di ipotesi, di incognite, di variabili che dovevano essere risolte e talvolta superate. La motivazione e la creatività insieme ad una forte imprenditorialità hanno accresciuto l'autostima e corroborato l'intero spirito dei gruppi-laboratorio. Feedback e autovalutazioni costanti hanno restituito risultati positivi. I punti di forza rilevati sono stati l'autonomia, la sperimentazione, la multidisciplinarità, la verticalità, gli spazi esterni (outdoor education) e la ricerca-azione. Un continuo scambio ed una continua interazione tra docente e discente. Unico punto critico e/o di debolezza rilevato dagli studenti sta in una speranza evidenziata durante la compilazione di un'autobiografia cognitiva. L'auspicio che questa buona pratica possa divenire una costante durante l'anno scolastico, ovvero che l'uso del linguaggio filmico divenga un terzo ambiente di apprendimento mediale.
Cognome del coordinatore del progetto/project coordinator surname : 
l'innocente
Nome del coordinatore del progetto/project coordinator name : 
elisabetta
Il Progetto ha contribuito ad affrontare la pandemia da Covid-19? / Has the project helped facing the emergency of Covid-19? : 
Il progetto nasce in virtù del piano estate 0009707 del 27/04/2021 - FSE e FDR - Apprendimento e socialità ESERCIZI DI CITTADINANZA. Dal 5 luglio al 16 luglio 2021, 21 ragazzi e ragazze di primaria e secondaria-di primo grado dei plessi di Civitella del Tronto (TE) e Villa Lempa (TE)- si ritrovano insieme nella creazione del loro primo film. Nel rispetto di tutte le normative anti Covid 19 ripercorrono i vicoli che abitano grazie alla narrazione per immagini, in piena autonomia e con una rinnovata socialità. Narrare attraverso le immagini è stata un'attività sviluppata durante il periodo in DAD. L'uso del linguaggio audiovisivo -e del multimediale- ha aiutato e supportato-mediante l'ipertesto ad esempio-le attività didattiche da remoto. Scrivere una sceneggiatura, usare il montaggio, hanno facilitato gli studenti nell'apprendere, nel condividere, nel creare. Favorendo l'espressione attraverso linguaggi altri, nuovi e divergenti, sono emerse nuove peculiarità, nuove imprenditorialità ed addirittura è venuta ad accrescersi l'autostima di alcuni discenti rimasti inespressi. Nell'ottica inclusiva della progettazione si è dato risalto ai fattori che supportassero e potenziassero: -la differenziazione dei percorsi creativi; - il riconoscimento e la valorizzazione dell’alterità; - le peculiarità individuali come un punto di forza sia della socializzazione che dell’apprendimento; - la puntualizzazione sulle sinergie delle competenze e delle risorse, oltre che del lavoro di rete; - accrescere l'empatia, l'autostima e l'autonomia